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Gli studi letterari di Folco le portavano il ricordo del salottino male illuminato da una lampada miserabile, le facevano risuonare all'orecchio il ticchettìo della macchina da scrivere, le spiegavano innanzi tutto il quadro dei giorni di timore. Aveva tanto sofferto per la speranza di innamorare il conte Folco Filippeschi, per lo spavento di vederlo sfuggire!...

Noi non rifiuteremo gli argomenti filosofici, e letterarî: l'unit

Parlava d'una terribile carestia, cosa non rara nel secolo scorso. Due versi di quel canto però mi erano sembrati troppo letterari e non glielo nascosi. E allora il Vigo, ingenuamente, mi confessò che lo aveva un po' aggiustato lui.

Un altro effetto dell'internazionalismo era poi lo svalutamento di tutti i titoli nobiliari artistici e letterarî. È bensí vero che quando Virgilio aveva scritto da un pezzo l'Eneide, i Germani d'Arminio ululavano i loro belluini barditi; ma, ammessa la concezione «scientifica», quale nipote di Virgilio vorrebbe essere tanto rètore da inorgoglirsene di fronte a un nipote d'Arminio?

Farebbe opera feconda di risultati non solamente letterari, ma morali e politici, chi mostrasse questo che a me par merito incontrastabile di Dante sopra tutti i nostri scrittori de' secoli seguenti. Ma egli spicca, forse piú che altrove, al confronto dei due, i quali insieme con lui son volgarmente detti padri della nostra lingua.

Tali discorsi mi conducevano a serie riflessioni; io le chiedeva scusa del mio sussiego, mi desolava delle mie idee storte, vane e confuse, e mi battevo la fronte. Allora essa rideva, e lodando i miei gusti letterari, incoraggiava i miei studi; e mi consigliava a ripartire il mio tempo fra la prosa e la poesia, fra le cose positive e le amenit

Il marchese Ariberto Puppi col rammentarle Francesco Villon e gli studi letterari di Folco, l'aveva inscientemente ripiombata in quei ricordi angusti; umiliazioni, trepidanze, volgarit

Il signor Amedeo Melegari fu un l'alter ego di Mazzini in Italia. Rivisto e corretto dai tempi, è oggi un sapiente professore e consigliere di Stato. Siede alla destra, quantunque amico di Ratazzi, e sua creatura. È dispiacentissimo, non troppo intollerante, competentissimo in tutte le questioni politiche ed amministrative; è autore di lavori letterari molto stimati.

Nel 1836, Cecilia de Luna-Folliero, partendo per Parigi, dove affari letterari e di famiglia la richiamavano, gli scriveva da Napoli: "Se il mio piede dovr

Però perdonate gli insulti villani, con che ne strapazzano oggi que' popoli stessi che un tempo o ne lodavano o taciturni rodevansi d'invidia pe' nostri trionfi letterari: alle calunnie, ché calunnie pur anche piovono addosso all'Italia, non istate ad opporre altro che la dignitá del silenzio; e cadranno di per .