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Un poeta della stessa epoca, l’abate Gautier de Coigny, nelle sue favole, in un grazioso poemetto esclama: «Ed ecco come la natura si è messa a seguir le leggi grammaticali, accordando il maschile col maschile ed il feminile col feminile: oggi gli uomini si accoppiano cogli uomini, e le donne colle donne

Mi piacque anzitutto l’idea d’insegnare ai nostri giovani la nostra storia antica, le leggi, i riti e costumi sacri, prendendo occasione dalle feste, dalle commemorazioni e sacre pratiche, come si susseguono nei vari mesi dell’anno.

Che tu sia maledetto, che tu sia mille volte maledetto, o Mare, secondo le leggi astrali, per aver popolata la mia giovinezza pensosa di bocche levantine aperte a spasmodici canti e di onde sessuate dagli osceni contorcimenti!... o Mare, ballerina orïentale che rosse hai le poppe del sangue di tutti i naufragi!...

«Riassumiamoci. La biografia del paziente ci ha rivelato che un intenso desiderio di possessione riportato sovra una donna fu causa della anomalia. L'idealismo! sempre l'idealismo! fomite di ogni follia, di ogni disordine, per non dire di ogni umana scelleratezza. Questo uomo, credendo di amare, ha fatto violenza alle leggi della natura e si è reso impotente. Io vorrei bene, o signori (e qui la parola del medico riprese una intonazione più vibrata), io vorrei bene, se la situazione del malato non esigesse tutte le nostre sollecitudini, sbizzarrirmi alcun poco nella diagnosi di questa vacuit

«Allorchè da giovanetto studiava le leggi nella Universit

GIACOMINO. Ma che non fa amore? rompe le leggi, supera ogni difficoltá e fa che non si miri a nulla. LIMOFORO. Capitano, lascia costui e lega quest'altro che, avendo usurpata la mia persona, per cotal mentita merita un degnissimo castigo. GIACOMINO. Carissimo Limoforo, poiché avete perdonato la mia offesa, convien anco perdonar l'offesa di colui che v'ha offeso per mia cagione.

Dov'è Folco?... Folco era, come le leggi mondane esigono, dappertutto fuor che presso sua moglie; non si vedeva al fianco di lei se non per accompagnarla alla festa e ricondurla a casa.

Che avete voi fatto? Ah! se da una di quelle sepolture che gli Italiani cospargevano pochi anni innanzi, benedicendo e sperando, di fiori, avesse potuto sorgere Menotti, Attilio Bandiera, Anacarsi Nardi, un di quei tanti che posero rassegnatamente la vita sotto la mannaja del carnefice per la salute d'Italia, egli avrebbe risposto per tutti: «Ingrati! noi abbiamo, colle fatiche e col sangue, educato la bella pianta intorno alla quale voi strisciate in oggi, come il verme intorno alla rosa. Abbiamo, dopo il 1814 quando voi, moderati, tradivate le speranze dell'esercito italiano fremente di dover cacciar nel fango a' piedi dell'Austria le memorie di venti battaglie, preparato, noi, uomini del partito nazionale nelle nostre vendite e sotto leggi di morte, la protesta solenne del 1820 e 21, che prima rivelò all'Europa il voto italiano e avrebbe più fatto se inframmettendovi nelle nostre file voi non aveste sottoposto l'esito dell'impresa alla diserzione d'un principe. Abbiamo, nel 1831, provato all'Italia e all'Europa che una bandiera nazionale spiegata al vento in Bologna si trascinava dietro colla rapidit

Tu leggi.... Credetelo, in una camerata perdete l'illusione di potervi sommergere in un libro per ritornare alla vita rifocillato di qualche cosa.

Se bene consideri vedrai, che i vantati Statuti dei Gesuiti a fine del conto consistono in questo, che giunsero ad adattare allo spirito la istruzione medesima la quale nella milizia si applica alla materia; in questo si posero interi anima e corpo; oltre tenersi liberi da qualsivoglia cura, non accettarono cariche, benefizi, quantunque sotto mano gli avessero tutti; non digiuni, non veglie, non fatiche eccessive; i Gesuiti avevano bisogno di tutte le loro forze per durare nelle battaglie della disputa, della predicazione, e dello insegnamento. Se leggi le lettere del padre Segneri vedrai come il Papa medesimo lo presentasse di canditi, e di non so quali ortolani; il Granduca Cosimo III di cioccolata più volte, ed egli stesso gli chiede vino generoso per cavarne lena a mostrarsi valente operaio nella vigna del Signore. A conseguire simile scopo di leggeri si comprende come lo insegnamento avesse ad essere cura suprema dei Gesuiti; di fatti, a Roma esercitando una volta i letterati nocque piuttostochè giovasse alla religione; i Gesuiti intesero soppiantarli e ci riuscirono; sempre conformi a stessi immaginarono metodi affatto soldateschi, e discipline, e pene; insegnavano gratis, come predicavano, e celebravano la messa; vietato non solo chiedere, ma accettare elemosine: nelle chiese non tenevano cassetta: gli scampoli disprezzavano: si contentavano rubare la pezza. Anco questo modo d'insegnamento ebbe sequele terribili nella societ