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Fin da quando leggevo certe sue corrispondenze ai giornali, sentivo in BRUNO SPERANI un'intelligenza superiore, una fibra robusta, come una eco di lotte sostenute. Nell'Incubo, e specialmente Nell'Ingranaggio, buon libro di poco inferiore al Numeri e Sogni, questa caratteristica dell'artista si manifesta chiaramente; tutte le sue qualit

Conosco pochissimi romanzi: e li ho letti assai tardi: a venticinque e ventisei anni non hanno lasciato traccia su me, li leggevo, come li avrebbe letti un presidente di Tribunale. Leggendo Young, Foscolo, Leopardi, Goëthe, Byron, Heine, Rousseau... dicevo a me stesso «che teste bizzarre!» e pensavo: è più utile un ingegnere che un poeta pazzo.

Marco sempre più si atterriva; ma si sforzava di mostrarsi calmo. Gabriella continuò. La moglie di mio fratello mi ripetè le offerte di lui, ma esse non facevano che spaventarmi: nel sorriso di lei continuo ed insinuante io leggevo la menzogna; ne' suoi begli occhi orribili minacce. Indi: Venite meco, mi disse, prendendomi per la mano; vi riposerete e vi ristorerete.

Alla residenza leggevo giornali, e badavo a guardare in terza pagina, se mai vi fossero annunzi di concorsi. Mi facevo fin mandare da Napoli la Gazzetta Ufficiale, da un mio ex compagno di scuola diventato giornalista. Passarono così altri due anni, quando la morte di un mio zio mi fece ottenere un congedo di quindici giorni, durante i quali mi sostituì a Casagiove un medico di Caserta.

Erano trascorse due ore buone e nessuna notizia erami per anco arrivata: io tentava, per passare il tempo di legger qualchecosa, ma, quantunque ciò che leggevo fosse bellissimo, il mio pensiero volava lontano lontano, nientemeno che fino a Firenze. I miei occhi percorrevano macchinalmente quelle linee stampate, le mie mani sempre macchinalmente sfogliavano quelle pagine, ma io non mi occupava per nulla di ciò che credevo leggere, che anzi leggevo di certo. Pensavo alla mia povera mamma gi

Leggevo la sentenza, quando mi sentii battere sulla spalla e vidi Tito Strocchi con un berrettino da sottotenente. Mi rallegro! Esclamai, stringendogli la mano. Cosa vuoi?! Bisogna rassegnarsi: con questo alluvione di gradi non ci è ombrello che tenga. Ma tu te lo meriti Interruppi io, volendo far rimarcare all'amico la sua troppa modestia Ti hanno promosso per il tuo contegno del ventitrè?

Di mio marito non disse una sola parola. Sapeva senza dubbio che egli viveva quasi sempre lontano da me, ma avrebbe potuto chiedermi sue notizie; almeno mi parve che dovesse farlo. Mi domandò invece come passavo il mio tempo e se leggevo. Leggere? Ciò mi sorprese un poco. In realt

La sera di quel giorno, verso le undici, stavo seduto a tavolino; non leggevo scrivevo. Fumando, con la testa tra le mani, riflettevo che il giocco, da parte mia, si era fatto serio, molto serio. Da semplice curioso, mi riconoscevo gi

Mettevo una certa ostentazione nel ricordare a lei, con i miei atti, l'infermiere d'una volta; ma il sentimento era diverso, era sempre fraterno. Spesso io avevo lo spirito preoccupato da qualche frase d'una lettera della amante lontana, mentre leggevo a lei qualche pagina d'un libro preferito. L'Assente era indimenticabile.

Oh lo dico francamente: le letture non hanno esercitato nessuna influenza su me. Leggevo per esercizio di lingua francese, inglese e tedesca. Se un autore ha avuto influenza su me è Aleardi, e, vedete, Aleardi non può far male!