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Non vi leggerò tutto ciò che del Mafarka hanno scritto uomini che hanno un diritto di cittadinanza incontestabile nel campo della letteratura. «Vi ripeto, scrive Rachilde, che ho trovato veramente bellissimo questo romanzo, perchè F. T. Marinetti è veramente riuscito a farmi vedere il suo enorme sogno.

Le forme disegnate sotto il peplo leggero erano quelle d'un adolescente, senza sesso, o piuttosto ambiguamente partecipe dei caratteri dei due sessi: un divino ermafrodito, agile e forte come un efebo, coi fianchi e il seno soavi d'una giovinetta canefora, il viso d'una bellezza ideale e propriamente oltreumana. Pare un Donatello, disse il colonnello, rompendo il silenzio.

E siamo venute, perdonateci.... siamo venute a prenderci un'occhiata di sole. Sorrideva, la bellissima donna, arrossendo; e dava un ceffone, con la sua morbida mano; ma tanto leggero, che pareva una carezza, ed era ricevuto con divozione, come la guanciata del vescovo alla cresima. Qui non voglio altri che poveri, avete capito?

Era la voce dell’Areopagita. Il quale a sua volta trasse la bella nella danza. Egli ballava tenendo il braccio sinistro arcuato su ’l fianco, battendo il piede ad ogni cadenza, cercando parer leggero e molle come una piuma, con atti di grazia così goffi e con smorfie così scimmiescamente mobili che in torno a lui le risa e i motti dei pulcinella cominciarono a grandinare.

Qua, qua... fece la bestia sottovoce, svegliandosi da un leggero assopimento. Era l'insulto della bestia.

Anche il cervello ha le sue calme nei grandi momenti, come le ha il cielo innanzi la tempesta. Quando si svegliò, erano le quattro del mattino. Si vestì senza fretta; sotto un leggero pastrano che portava qualche volta per la nebbia, nascose la busta delle pistole, e dall'uscio dell'orto si avviò verso la montagna.

Questo consiglio, caro dottore, è forse più profondo di quanto non paia: la malinconia può diventare facilmente un rimprovero contro Dio per la parte assegnataci in questo mondo. Ecco perchè bisognerebbe saper portare come un peso leggero anche il dolore. De Nittis, prevedendo una delle loro solite discussioni, sorrise. Per riceverne il premio in paradiso, non è vero?

All'anima confortata si affacciò quindi il suono delle imprese guerresche: egli lo cominciava leggero leggero: a mano a mano cresceva; finalmente si sollevò al punto, in che si ode quando il nemico si riversa sull'inimico.

Dopo lungo tempo si levò dal suo seggio, e si fece verso il balcone: era il suo passo leggero, come vento che folleggi tra le rose, o come incenso che s'innalzi alla Divinit

Seguì un'altra pausa. Il vento leggero ricorreva a volta a volta, e le tende si gonfiavano. Ogni