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Delle segrete battaglie, che lo turbavano così, il Sant'Angelo non cercò e non volle confidenti. Anzi, la ferma convinzione che nessuno avesse potuto leggergli nell'animo, gli era argomento di vivo conforto.

A costui parve che Silvio volesse leggergli in fronte i pensieri, e guardava in cagnesco il giovinotto elegante, che contrariava la sua inclinazione. Parlavano di raro fra loro; Silvio gl’indirizzava la parola con sprezzante alterigia, Andrea gli rispondeva poche parole, cogli occhi torbidi, e i lineamenti contratti.

Eugenio si sentiva battere il cuore; ma non vi badò gran fatto, e sbirciò sott'occbi il reverendo come cercando di leggergli sul volto il proprio destino. Il volto di quel frate era muto come una tomba. Eugenio allora pensò che egli era li per confessarsi, e fu per smarrirsi d'animo.

«Altro non mi resta a dirle, signor padrone, e mi rincresce davvero di non aver niente di meglio. Il signor conte, suo padre, sta bene al solito; mi ha chiesto fin dove l'avessi accompagnato, e poi mi ha rimandato senza aggiungere altro; ma mi è parso di leggergli negli occhi qualche cosa che il suo cuore di padre non aveva da dire a me, e che Ella, del resto, indoviner

Queste parole furono dette in guisa, che damigella Maria ne rimase tutta rimescolata; e presa la mano dello sposo di Bianca, parve che non potendo leggergli negli occhi, volesse sentire al tatto, indovinare al respiro, che cosa ei pensasse.

Sinchè si trattava d'uno scherzo.... d'una vendetta innocente.... non c'era che dire; ma ora la faccenda cominciava a farsi seria. Egli non amava Serafina.... era vero: ma il marito poteva leggergli nel cuore? E se s'insospettisse?... bastava uno sguardo, una parola, un gesto.... non diceva una scena come quella della sera! Soffriva al solo pensarlo.

Fin dalla prima presentazione, fra lui e la contessa Ginevra, fu uno scambio di impressioni profonde: egli era solo come lei, al culmine degli onori, ma senza la gloria vera che abbisogna ai grandi spiriti, e quell'amore che può farla dimenticare. Benchè si parlassero quasi guardingamente, a lei parve di leggergli nei grandi occhi azzurri una nostalgia; egli le sentì in un impeto improvviso della voce una di quelle invocazioni supreme, che le nature potenti non ancora abbastanza adoperate gettano nel tramonto della giovinezza; grido di allarme e di rimpianto, perchè tutto sta per mutare, mentre il cuore è ancora vuoto e il pensiero rivolgendosi al passato sbigottisce di vedervi gi

Dunque, voi siete quello che proponeste a compare Giorgi l'affare di S. Giovanni? Così il capitano cominciò il suo interrogatorio, fissando don Castrenze come se volesse leggergli nell'anima. A servirla. Assicuraste che l'affare è buono. A servirla. Gli parlaste d'un certo Pietro Serafini di Mezzoiuso, campiere a spasso. A servirla.

Emilio piantò negli occhî di Cesare uno sguardo penetrante per leggergli nell'anima. Non ho nulla: rispose bruscamente. Non mi è capitata nessuna disgrazia. Che cosa mi avrebbe ad essere capitato? Mah! disse ingenuamente il cugino: io non saprei; però mi pare che non per nulla tu dovresti avere quella ciera da mortorio.

Ragionava, sillogizzava sulla sua passione; ciò che è terribile. Si arrestava, avvolto in certi pensieri che, se altri avesse potuto leggergli dentro all'involucro cerebrale avrebbero fatto dubitare della sua ragione. Con esse cominciò ad insinuarsegli nell'animo il veleno che dalle pagine sublimi del Werther e dell'Ortis si era versato in tutta la letteratura dell'epoca.