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I vestiti più bene offrivano i sigari a quelli che non avevano da fumare. In pochi minuti eravamo tutti in una nube, l'uno non vedeva il naso dell'altro. Il fumo purgava il camerotto che alle volte puzzava come una latrina. Verso le dieci o le undici ore eravamo stufi, stufi, più che stufi. Non si sapeva niente, se ci si lasciava andare, se ci si mandava in qualche luogo.

Vi fa male di vedere loro crescere lentamente le unghie sucide senza aver modo di offrir loro la limettina per tenerle regolate e pulite, e di assistere a tutto ciò che fuori di galera si fa nel bagno, alla latrina, nello spogliatoio e nella stanza da letto. E vi sentite desolati di udire la bestemmia di qualche vostro compagno che aveva l'abitudine di lavarsi i denti collo spazzolino.

Non curare, predone, depopulatore e turbatore della quiete nostra! MALFATTO. Se nne è fugito, mastro, ché ha avuto paura. Ma avete relevato voi. PRUDENZIO. Questa è la retribuzione che ci rendi, eh? adultero, mèco! MALFATTO. Alla , mastro, che avete cantato molto bene, questa sera. LUZIO. Ecco qua: tenete. PRUDENZIO. Ah scevo uomo! latrina fetida!

In tutto il penitenziario non c'è una latrina. Ciascuno fa i suoi bisogni come in un bosco. Peggio che in un bosco. Perchè qui non potete alzarvi e andarvene via. Qui vi si lascia il mastellone che riceve il materiale di tutta la camerata tutto il giorno e tutta la notte. Non lo vuotano che alla mattina e nel pomeriggio. Noi, per fortuna, non siamo che in sette.

Sia pure vostro ospite un Imperatore, bisogna che egli navighi lungamente nel sudiciume di questo immenso acquaio pieno di cocci istoriati, bisogna che i suoi gondolieri zappino coi remi parecchi chilometri di escrementi liquefatti, in un divino odor di latrina passando accanto a barche ricolme di belle immondizie, tra equivoci cartocci galleggianti, per poter giungere da vero Imperatore alla sua mèta, contento di e del suo scettro imperiale!

Lussuria, guscio del cuore tartaruga! Lussuria! rosea cupula d'un'orrida latrina! Sarò io dunque sempre l'orgoglioso bidet dell'Avventura, falsa cortigiana?... Un povero cuore strisciante ai molli suoni d'una voce un cagnolino freddoloso fra due calde mammelle?... O paesaggi danzanti che sgambettate lontano, cessate, cessate d'illudere la mia speranza d'infinito!