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La mattina 24 dicembre 1076 una specie di belva faceva petulanti instanze nelle anticamere del palazzo di Laterano volendo essere ammesso a Gregorio, adducendo dovergli comunicare di gravi cose.

Questo pontefice fu la mano con la quale Ildebrando gittò le prime fondamenta del suo gran sistema, che poscia si elevò a norma di dritto pubblico e di constituzione teocratica. Niccolò II agiva ciecamente e fiducioso sotto i dettami di lui. Infatti Ildebrando l'indusse nel concilio di Laterano a mandare fuori quel famoso decreto che stabilì il modo da tenersi nell'elezione dei nuovi pontefici, conferendone il potere esclusivamente ai cardinali vescovi, la confirma ai cardinali chierici, l'approvazione al clero ed al popolo romano; togliendo così all'imperatore non solamente la facolt

Ancora nel medio evo, al tempo in cui furon redatte le «Mirabilia Urbis Romae» circolava su ciò una leggenda, si credeva cioè che l'arca dell'alleanza, il tabernacolo, il candelabro dai sette bracci e gli abiti di Aronne fossero conservati come reliquie nel Laterano.

Quindi Arrigo venne a Genova, l'antica guelfa, che gli si diede; a Pisa, l'antica ghibellina, che gli aperse le braccia; a Roma, dove fu incoronato in Laterano da' legati del papa , mentre Vaticano era tenuto per Roberto di Napoli, capo naturale ma inoperoso dei guelfi.

ciò che pria mi piacëa, allor m’increbbe, e pentuto e confesso mi rendei; ahi miser lasso! e giovato sarebbe. Lo principe d’i novi Farisei, avendo guerra presso a Laterano, e non con Saracin con Giudei, ché ciascun suo nimico era cristiano, e nessun era stato a vincer Acri mercatante in terra di Soldano,

veggendo Roma e l’ardüa sua opra, stupefaciensi, quando Laterano a le cose mortali andò di sopra; ïo, che al divino da l’umano, a l’etterno dal tempo era venuto, e di Fiorenza in popol giusto e sano, di che stupor dovea esser compiuto! Certo tra esso e ’l gaudio mi facea libito non udire e starmi muto.

Correva il giorno sesto di gennaio anno domini 1266, allorchè una splendida comitiva di Prelati, Magistrati, e Cavalieri italiani e francesi, si fecero a suono di trombe alla dimora del Conte di Provenza per guidarlo al Laterano, dove lo aspettava il Pontefice.

E fu nel tempo in cui Enrico III scese in Italia e venne a Roma, dove, come sapete, regnavano allora contemporaneamente tre pontefici: Gregorio VI a Santa Maria Maggiore, Silvestro III a San Pietro a Vaticano, Benedetto IX a San Giovanni a Laterano. Appunto così, continua l'abate.

Carlo, sebbene non fosse punto disposto a sopportare quelle grandigie papali, come dimostrò qualche anno dopo con la superba risposta a Niccola III degli Orsini, pure adesso con lieto viso si partì dal Laterano, e si condusse ad albergare altrove.

Dopo gli urli il Papa gli si buttò in ginocchioni davanti e lo adorò riconoscendolo per suo sovrano , poi lo unse, insieme al suo figliuolo: Carlomagno offerse subito a san Pietro due tavole di argento, e calici, e patene con altri arnesi di religione, che valsero un tesoro; e per istare in pace con tutti di preziosi doni presentava altresì san Paolo, san Giovanni Laterano, e santa Maria maggiore. Eginardo nella vita di Carlomagno racconta, ch'ei fu colto alla sprovvista; della sua incoronazione sapeva nulla; se avesse potuto addarsene saria rimasto piuttosto senza messa; sonano diverse le altre vite di Carlomagno, chè gli uomini quantunque storici, anzi soprattutto gli storici appaiono pecore per andare uno dietro l'altro senza sapere, curarsi sapere lo perchè. Carlomagno grandissimo tra i potentati del suo tempo non sembra che avesse a contentarsi di dignit