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E continuavo: Soto el ponte de Rialto fermaremo la barcheta, O Venezia benedeta, no te voglio più lassar... Avessi veduto com'ella rallentava il passo, per sentire! A un tratto eccotela che mi s'accosta al letto, con le lacrime agli occhi, con la faccia bianca bianca, stravolta, la bocca tremante Lei non canti m'ha detto con malo modo qui non si canta. La prego di smettere. Questo è uno spedale!

Or da omo a vestir mi vo. Tu, Samia, su l'uscio resta: lassar fermarsici alcuno, acciò che io, a l'uscire di casa, cognosciuta non fusse. Tutto farò subito. SAMIA serva, FULVIA. SAMIA. Oh povere e infelici donne! a quanto male siamo noi sottoposte quando ad Amore sottoposte siamo! Ecco, Fulvia, che giá tanto prudente era, ora, di costui accesa, non cognosce cosa che si faccia.

CAPPIO. Anzi morire alli quaranta e lassar godere a' giovani com'han essi goduto. Dice che vuol tornar presto: oh che quella parola fosse tornata tossico che subito l'avesse ucciso! GIACOMINO. Certo, che quel tornar presto ci turba ogni disegno. CAPPIO. Intanto attendiamo a dar la battaglia al granaio, alla caneva e a' formaggi.

Misera a me! ché, da uno lato, ho il precipizio; da l'altro, e' lupi. FANNIO. Non te disperare, ché forse e' cieli non te abbandoneranno. A me par che si segua el parer tuo di non te lassar trovare oggi da Perillo; e lo andare da colei viene a proposito; e io li panni da donna, per vestirti, ho in ordine. Chi scampa d'un punto ne schiva mille. LIDIO femina. Ogni cosa farò. Ma dove è quel Ruffo?

66 E molto più gli duol che sia in podesta del cavalliero a cui cotanto debbe; perché volerla a lui levar onesta forse impresa facile sarebbe. Nessuno altro da lassar con questa preda partir senza romor vorrebbe: ma verso il conte il suo debito chiede che se lo lasci por sul collo il piede. 67 Giunsero taciturni ad una fonte, dove smontaro e fer qualche dimora.

MALFATTO. Ché non pigliate quella spada e correteli dereto? ch'io ve cci voglio lassar andare. LUZIO. Se nne è andato. Non ce è, no, mastro. PRUDENZIO. Non si curi! So bene che non ospitará piú in casa nostra. MALFATTO. Meglio andamo a dormire, ché se cce passará questa stizza. PRUDENZIO. Non me romper la testa. MALFATTO. Che so io? Lo dico perché potrete cantare ancora domani a sera.

Basta che poi si scusano con dire: «Ogni cosa è me' che moglie». Mi partii di quivi, mezzo sdegnato con lui; e, giunto in un'altra casa, truovo la moglie e il marito che facevano un gran contendere insieme. Ella piangeva, e voleva pur venir alla veglia, e diceva al marito: Se voi non volevi che io v'andassi, bisognava dirlo prima e non mi lassar promettere.

Costui ti conduce alle forche. E, quando mai altro mal non te ne avvenga, ne arai sempre tu rimordimento ne l'animo perché e' non è supplizio piú grave che la conscienzia delli errori commessi. E però lassa costei, Lidio. LIDIO. Tanto lassar posso io costei quanto il corpo l'ombra. POLINICO. Anzi, meglio faresti tu ad odiarla che a lassarla. FESSENIO. Oh! oh! oh!

22 Negli utri, dico, il vento diè lor chiuso, ch'uscir di mezzodì suol con tal rabbia, che muove a guisa d'onde, e leva in suso, e ruota fin in ciel l'arrida sabbia; acciò se lo portassero a lor uso, che per camino a far danno non abbia; e che poi, giunti ne la lor regione, avessero a lassar fuor di prigione.

Lo vo' lassar per l'ultimo, ché son risoluto non viver senz'ella o sua sorella. PANIMBOLO. Voi trattando per via del parasito e con lettere e per modi cosí disconvenevoli, in cambio d'amarvi vibrará contro voi fiamme di sdegno, perché stimará esser oltraggiata da voi ne' fatti dell'onore. DON FLAMINIO. Non vedi Leccardo come sta allegro? PANIMBOLO. Averá bevuto soverchio e sta ubbriaco.