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Onde il soldato che, scontento del primo tentativo, non però disperato, avea ripreso il regolare suo passeggiare, ebbe per buon augurio quando, al tornargli appresso, Macaruffo, con voce più di rammarico che di collera, rappiccò il discorso, dicendo: Ma ti pare? Lasciar fuggire due prigionieri! Domani si cercano: non vi son più. Ehi, Lasagnone, che n'è?

Non ci stavo troppo bene, e sono venuta a cercare un po' di sole qui presso. Chi c'è stato a cercarmi? Ah, , fate bene a rammentarmelo. C'è stato or fa mezz'ora il garzone del panattiere. Quel lasagnone del vostro fattorino lo ha fatto salire quassù, e io ho dovuto sentire l'antifona.

Il giorno dappoi, all'ora che Lasagnone soleva portare alla Margherita una pagnotta, una scodella di zuppa ed una brocca d'acqua, le comparve dinanzi con volto più mansueto, a somiglianza d'un orso quando fa cerimonie. Obbediva egli così a colui, al quale egualmente avrebbe obbedito se gli avesse comandato, Lasciala consumare di fame». E poichè le ebbe deposto per terra il vaso dell'acqua e accomodata la scarsa prebenda, a guisa di chi vuol mettere in sapore di cosa inaspettata, diceva: Qui poi, ci ho un lacchezzo per vossignoria»; nel mentre che pian pianino, sto per dire con devozione, veniva rialzando i lembi di un tovagliuolo, di sotto al quale comparve un fragrante manicaretto. Tirò il fiato per le narici colui, come un segugio che fiuti il sito del selvatico, e mettendosi la mano sul cuore, esclamò: Oh buonopoi deponendolo avanti alla sventurata, che, a quei garbi così insoliti e così goffi, a quella voce così stranamente indolcita, così forzatamente cortese, apriva la fisonomia ad un malinconico sorriso, Questo (le soggiunse) glielo manda l'illustrissimo signor Luchino: padrone nostro e di tutta Milano; e dice che glielo mander

Ma il povero Maso doveva quel giorno esser molto distratto, poichè, alla terza calata, gli scivolò di mano la corda, e tuffete, secchia e corda piombarono nell'acqua. Il Maso, disperato, si messe le mani nei capegli, guardando con occhi lagrimosi ora nel pozzo, ora in volto al custode. Lasagnone! gridò costui, a mala pena si accorse dal guaio.

Uno, due, tre... venti... quarantanove, cinquanta! e sono mieipensava egli. Altro che giuggiole! Tanti anni di fatica non mi partorirono che stenti e miseria; ed ecco una notte mi fa capitare quello che in vita mia neppure avevo sperato! Oh stamattina devo pure essermi segnato bene! Ora capisco perchè il fuoco jersera soffiava a quel modo... Ed io balordo anguillai prima di accettare! , ; m'han detto giusto a chiamarmi il Lasagnone. Ma ora sar

Altrimenti il Lasagnone sarebbero essi, ed io il bello e il buono e il bravo. Ah ah! Si stropicciava le mani e brillava, e rideva davvero, talchè il soldato di sentinella si fermò a guatarlo. Quell'occhiata operò su di lui l'effetto, che sopra un insolente scolaretto côlto in fallo produce il cipiglio del sopraggiunto pedagogo.

Il custode della Margherita, a vederlo, era un coso lungo lungo e badiale, colla pelle tutta chiazzata e a mascherizzi, occhi guerci e suffornati in archi di ciglia setolose, capelli rossastri spartiti in sulla fronte, e tirati giù come una cornice barocca attorno a quel poco viso che lasciava discoperto una folta e sudicia barbaccia, da mettere nausea e spavento. Nasceva egli dalla valle d'Imagna nel Bergamasco; e i suoi buoni compatriotti supplivano allora, come anche oggidì, alla scarsezza del terreno col lavorar al tornio l'acero e il faggio delle loro selve in palle, mestole, taglieri, truogoli, zipoli e siffatti, che poi scendono a spacciare a Bergamo o a Milano. Anch'egli era stato dirizzato su quell'arte del mestolajo, come suo padre, come suo nonno, e il padre e il nonno del suo nonno; ma diverso in tutto da loro, sin da giovinetto gli era stato mutato il proprio nome di Macaruffo in quello di Lasagnone, perchè non sapeva piegar la schiena, e la poca fatica gli era una sanit

Lesto, lesto, Lasagnone, che ti chiama il sor padrone intonò Grillincervello, sporgendo la testa rasa da un finestruolo al lungo corridojo delle prigioni, e ritraendolo presto e fuggendo come fa un lupo dal luogo dove altre volte restò preso alla tagliuola.