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Posta nella bassa pianura di Scarlino, vicina al padule, era nei mesi d'estate un luogo non frequentato, quantunque così prossimo alla via maestra. Entrò il Generale preceduto da Giulio Lapini ed Olivo Pina, e fu condotto nel salotto del piano di mezzo, ove gli fu preparato un caffè che accettò volentieri.

Diremo ora della gita di Angiolo Guelfi in Maremma, ma a spiegazione dei timori del Serafini, e del rifiuto del Guelfi a portare seco i due profughi, accenneremo come pochi giorni avanti, mentre attendeva esso nel piano di Scarlino alla direzione della sua azienda, venne a trovarlo Olivo Pina, quello stesso che vedremo poi accompagnare Garibaldi al mare, e gli disse come essendo andato per affari suoi a Massa Marittima, aveva incontrato Giovanni Fabbri e Giuseppe Lapini ambedue autorevoli ed onesti cittadini, ma non malevisi dal restaurato governo lorenese, i quali, come amici di Angiolo Guelfi, cercavano appunto occasione segreta e sicura per fargli sapere che non si presentasse a Massa a Scarlino, perchè era a loro certa cognizione, avere le autorit

Presero una zuppa i due esuli, e avanti di partire cambiarono il loro vestito coi fratelli Lapini, cioè Garibaldi con Giulio, e Leggero con Riccardo, e disse il Leggero che così avevano fatto diverse volte durante il loro trafugamento, unica misura di sicurezza che era stato possibile far prendere al Generale. Erano le 5, ora stabilita per la partenza, ed essendo riuniti nel salotto della casa Guelfi gli esuli, i fratelli Lapini, e i quattro Scarlinesi, Giulio si rivolse al Garibaldi, e gli disse come buon augurio: «Sapete, Generale; oggi abbiamo letto nei giornali a Massa che eravate a Venezia in compagnia di Manin e del generale Pepe, e ne abbiamo riso di cuore, perchè nessuno vi sospetta quiPoi gli accennò ai quattro Scarlinesi come giovani a tutta prova, dicendogli: «E ora vi consegno in mano di amici tali quali avete incontrato fin quiGaribaldi e Leggero abbracciarono e baciarono i fratelli Lapini, e li pregarono di ringraziare a loro nome Angiolo Guelfi per l'ospitalit

Partì dunque Angiolo Guelfi dal Morbo nelle prime ore del 29, ed arrivò a Massa circa alle 8. Fece subito ricerca dei due fratelli Giulio e Riccardo Lapini, e di Pietro Gaggioli detto Giccamo. Trovò i Lapini, giovani animosi e caldi patriotti, pronti ad assumere la parte loro, di scortare cioè i profughi a traverso il territorio di Massa fino alla Casa Guelfi, ma non potè trovare il Gaggioli, sceso a Follonica per affari suoi. Era intenzione del Guelfi, quando partì dal Morbo, di prendere gli accordi opportuni coi Lapini e col Gaggioli, e ritornare poi subito donde era venuto, sempre per non destare colla sua presenza sospetti nei luoghi pei quali doveva passare Garibaldi. Ma la inopinata mancanza di Giccamo gli fece fare di necessit

Fatti salire i due profughi l'uno a sinistra, l'altro a destra nel baroccino, il Martini consegnò a ciascuno di essi un fucile, e montato in mezzo a loro, prese a guidare il cavallo e partirono per la via di Massa. Erano circa le 10 quando si mossero dal Molino di Bruciano, e circa alle 12 erano arrivati senza incidenti al punto dove li aspettavano i fratelli Lapini. Si erano essi partiti da Massa nel modo seguente: Riccardo Lapini e un suo familiare fidatissimo Biagio Serri andarono a ricevere il Generale e il compagno, mentre Giulio Lapini e Domenico Verzera tenutario di vetture si andavano ad appostare dall'altro lato della citt

Lapini e Serri si posero più tranquilli ad aspettare, dal momento che videro dalla direzione presa dai gendarmi come il Governo non avesse alcun sospetto sulla venuta dei profughi, e infatti poco dopo sentirono un lontano romore di ruote, che sempre più si avvicinava, ed essendo quasi certi che era il baroccino desiderato, si misero in evidenza sulla via.

Intanto Riccardo Lapini e Biagio Serri armati di fucile si erano appostati in un piccolo boschetto vicino alla casa poderale detta Le Malenotti, e quivi aspettavano da poco tempo, quando ad un tratto sentirono rotto il cupo silenzio della notte dallo scalpitar di due cavalli che si avvicinavano dalla parte di Massa Marittima, e poco dopo videro passare a poca distanza dal bosco nel quale erano appiattati, due gendarmi a cavallo in perlustrazione. L'inaspettato incontro turbò i due patriotti, e non pensando che allo scopo pel quale si trovavano col