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Ed era appunto quanto credeva tutta Italia, e quanto desideravano gli sventurati Perugini. Ma il lettore di medicina allo studio di Pisa, messer Lucio Bandini, voleva in ogni modo esser maladetto da tutti i suoi concittadini, e almanaccò notte e per guarire il Baglione, e vi riuscì; ed ora Giampaolo alloggia in Lodi colle sue cinquecento lande.

Diceva loro, in quella lettera, ch'egli era contento, che la memoria di Damiano e di Stella l'accompagnava sempre in que' paesi luterani, quando, e notte, sotto un cielo color di fango, faceva sentinella lungo una riva gelata, alla vista delle nevose lande della Russia.

L'Olanda è una fortezza, e il popolo olandese ci sta come in una fortezza: sul piede di guerra col mare. Un esercito d'ingegneri, dipendente dal Ministero dell'Interno, sparpagliato sul paese e ordinato come un esercito, spia continuamente il nemico, veglia sull'ordine delle acque interiori, previene la rottura delle dighe, ordina e dirige i lavori di difesa. Le spese della guerra son ripartite: una parte è allo Stato, una parte alle provincie; ogni proprietario paga, oltre l'imposta generale, un'imposta speciale per le dighe, proporzionata all'estensione dei suoi poderi e alla vicinanza dell'acque. Una rottura accidentale, un'inavvertenza possono cagionare un diluvio; il pericolo è continuo; le sentinelle sono al loro posto sui baluardi; al primo assalto del mare, danno il grido di guerra, e l'Olanda manda braccia, materiali e denari. Ed anche quando non si combattono grandi battaglie si combatte una lotta sorda e lenta. I mulini innumerevoli, anche nei laghi prosciugati, seguitano a lavorare senza posa per assorbire e versare nei canali l'acqua piovana e quella che filtra dalla terra. Ogni giorno le cateratte dei golfi e dei fiumi, chiudono le loro porte gigantesche all'alta marea che tenta di slanciare i suoi flutti nel cuore del paese. Si lavora continuamente a rafforzare le dighe malferme, a fortificare le dune con piantagioni, a gettar nuove dighe, dove le dune son basse, diritte come lande immense vibrate nel seno del mare, per rompere il primo impeto delle onde. E il mare picchia eternamente alle porte dei fiumi, flagella eternamente gli argini, brontola da ogni parte la sua eterna minaccia, solleva i suoi flutti curiosi come per guardare le terre che gli sono contese, ammonta dei banchi di sabbia dinanzi ai porti per uccidere il commercio delle citt

Vanno le alate novelle ai popoli, Vanno gli amori. Da lande ignote Escon le insidie e delle lagrime L'aride note. Spesso nell'ululo piange dei turbini Un cuor di madre, a cui da sponde Arse pel vuoto sen dello spazio Piange e risponde Del caro figlio l'estremo anelito: L'ansie s'inseguono al filo ordite, Urtano i baci estremi e cadono Spesso due vite.

Un febbraio mite moriva blandamente sulla campagna inglese, quando marzo irruppe con urli di vento e scrosciar di pioggie. Respinse i diffidenti boccioli e il trepido verdeggiare; e via, fischiando per le lande villanamente, se ne andò. La stagione si fermò, timida e intirizzita. Una mattina, ecco Primavera far capolino sopra le siepi.

Tu sai giunger, per aride E tortuose vie, In lande ove s'impressero, Da tempo, l'orme mie! Scienza, che debbo chiederti? Io volo, e tu cammini... Per soffermarci agii stessi confini! Puoi tu insegnarmi il numero Degli astri rotëanti? Dirmi che sia lo spazio E cosa sian gli istanti? Dirmi perchè sussistano La luce, l'ombra e il moto, E come in foglie si trasmuti il loto?

Anima di scorridore del deserto, il suo spirito era troppo assuefatto all'infinita grandezza di quelle lande ed all'elegante bellezza delle palme, che nelle oasi si agitavano allo zeffiro, per poter ammirare quel mare di case, quelle vie anguste, sinuose, nelle quali si pigiava la folla; quei lunghi filari di tombe, di colonne, di statue; tutte cose che vide una volta sola, nel rapido passaggio verso lo stabulum, la prigione.

Il sole era caduto dietro le colline, e la notte, come un gatto grigio, correva furtiva e rapida per le lande. Nancy era gi

Qui lo spettacolo cangia. Si fiancheggia la terra abitata dagli antichi Sassoni, la Veluwe, una regione sabbiosa che si stende fra il Reno, l'Yssel, e il Zuiderzee, dove non sono che pochi villaggi perduti in mezzo a vaste lande ondulate come un mare in tempesta.

Gli osservatori si compiacciono in queste lande sociali ancora vergini, ove, di ogni sguardo, si squarcia un velo dell'incontaminata Iside. Il dottore infatti, scovriva costumi e maniere nuove, paesaggi potenti di splendore, di contrasti, d'inatteso: un lembo del mondo primitivo, perduto ai pie' dell'Italia, in mezzo al XIX secolo. Era un giorno di fiera.