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La sera era avanzata; videro un esercito sfilare da lontano nella pianura, e le cui lance e gli elmi scintillavano ancora agli ultimi raggi del sole. La colonna inoltrò sopra una parte della strada chiusa fra due poggi. Si distinguevano facilmente i capi che dirigevano la marcia.

7 Il creder d'aver seco il re d'Algieri fece che si curò poco del patto; e non avria di mille cavallieri giunti in suo aiuto gran stima fatto. Perciò lance abbassar, spronar destrieri di qua di l

Dopo si possono squassare quante lance si vogliono diceva Aginaldo. Vero anche questo. E poi che cosa è il combattere? Conseguenza di una sfida che non si poteva fare? No, è difesa esclamava il Baldo. Qui parlarono di regole d'armi: gridarono, sempre camminando, per togliersi fuori dalla gittata degli archi saluzzesi, che potevano essere nascosti tra merlo e merlo o alle feritoie del castello.

Lascino fare a me, buone lance, e banchettino tranquilli. Mi diano solo una labarda, un arco, che so io potrebbe sempre giovarmi a qualche cosa. Servitevi l

94 Le lance ambe di secco e suttil salce, non di cerro sembrar grosso ed acerbo, così n'andaro in tronchi fin al calce; e l'incontro ai destrier fu superbo, che parimente parve da una falce de le gambe esser lor tronco ogni nerbo. Cadero ambi ugualmente; ma i campioni fur presti a disbrigarsi dagli arcioni.

61 Passato da tre lance il destrier morto cade; ma il buon Zerbin subito è in piede; ch'a quei ch'al suo cavallo han fatto torto, per vendicarlo va dove gli vede: e prima a Mosco, al giovene inaccorto, che gli sta sopra, e di pigliar sel crede, mena di punta, e lo passa nel fianco, e fuor di sella il caccia freddo e bianco.

Il re, che troppo offeso se ne tenne, con uno sguardo sol le mosse guerra; che 'l popul, che l'ingiuria non sostenne, per vendicarlo e lance e spade afferra, non rammentando ciò ch'i giorni inanti nocque il dar noia ai cavallieri erranti.

127 Oltra che i nostri facciano difesa dal basso all'alto, e mostrino valore; nuova gente succede alla contesa sopra l'erta pendice interiore, che fa con lance e con saette offesa alla gran moltitudine di fuore, che credo ben, che saria stata meno, se non v'era il figliuol del re Ulieno.

Le lance dei due maggiori combattenti si scontrarono con tutta la veemenza che era loro conferita dall’impeto delle cavalcature.

«Io vi ripeto che ho combattuto sempre per me: vero è però che l'anno scorso sovvenni del mio aiuto il Conte Giordano, che giunse per Manfredi qua in Lombardia con cinquecento lance; quello che n'ebbi in guiderdone furono parole; ora cortesi, ora anche minacciose: ad ogni uomo è lecito errare una volta in sua vita, e felice chi può vantarsi di avere errato una volta sola; ora mi sento stanco di pascermi di promesse, e poi l'et