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La sera di ottobre calava fredda.... livida, tetra.... Il signor Galli continuava a camminare, a camminare nello squallore delle vie deserte, lungo il Naviglio.... Il Naviglio nero, sotto la luce smorta, dei primi lampioni...; a poco a poco egli era ritornato in .... La verit

Così, appena il cavallo del Palavicino, mostrandosi al canto di S. Giuseppe, fece suonare la zampa sul lastrico della piazza di Santa Maria della Scala, e que' mille beoni, al lume de' tanti lampioni che si agitavano per l'aria ebber potuto accorgersi che la cappa del cavaliere era signorile, scoppiò un urlo così ineducato che davvero non parve promettere nulla di buono.

Il divertimento di quella sera consisteva in una festa da ballo ed una cena. Il ballo era d'un genere affatto nuovo. Si danzava a diversi gruppi in giardini estesissimi. I grandi e begli alberi sotto i quali si dava la festa, erano illuminati da infiniti lampioni disposti con tutta la variet

I lampioni, ordinati con cura dal maestro Ciuffetti, partirono insieme come un lampione solo, facendo vedere sopra una linea le parole: VIVA PROCOPIO DE COLLEPRANIS.

Nella luce dei lampioni foschi e delle fiamme libere dei becchi a gas delle botteghe che sembravano cave, ero come disorientato. Ci volle uno strappo di catena per convincermi che facevo parte del convoglio di galera. La via era ripida e tortuosa. Si saliva lentamente e si passava attraverso ondate di luce sfacciata.

Per motivi di reciproco rispetto, il campione delle crociate, lascia il sudato destriero fuori dell'abitato, attorcigliandone la briglia ad un pioppo. Il fiume Giordano non vi era. Deserto e muto è il paese di K..... I lampioni gi

I lampioni, ogni tanto, avrebbero dovuto mutar posto con precisione matematica, per comporre delle nuove scritte, in onore del sindaco, degli anagrammi più o meno riusciti, come sarebbe questo: VIVA IL SINDACO EROE.

Gina! gridò la voce della vecchia dal fondo della scala. Gina era fuggita. Scivolò al bujo dalle scale, corse pel vicoletto, scappò via, mentre accendevano i primi lampioni.

Egli aveva contato cento volte i lampioni a gas, sulla via di Posillipo: erano trentatrè, gli altri si perdevano in una fila di luce. Per ingannare il tempo, pensò di contare le stelle; ma ci si perdette. Quante ore erano passate? Quella notte era dunque eterna? E una disperazione rassegnata lo colse, lo abbattè: forse Paola non sarebbe mai venuta.

Ma non dimenticate, o Pezzenti, d'incidere sulle lor pance illustri il vostro oscuro nome con un pugnale fino, come fanno i turisti sui monumenti!... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Non siete armati?... E i coltelli... e i lampioni a che cosa vi servono?