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Guardia! guardia! La voce del detenuto era diventata rantolosa. Guardia!... guardia!... Dopo un quarto d'ora di questo lamento che ci lacerava il cuore sentimmo dei passi che andavano verso la cella del disgraziato. Che c'è? gli domandò la guardia. Sono ammalato.... muoio! Signore, fatemi morire! Adesso vado a prendere le chiavi. Di notte le chiavi delle carceri sono in direzione.

Dalle negre boscaglie, avvolte da giganteschi vortici di fumo che il vento sbatteva e lacerava, uscivano senza posa correndo e urlando, drappelli di nudi guerrieri i quali si precipitavano contro le baionette a corpo perduto, sfondando i battaglioni e diradando con ispaventevole rapidit

L’arrosto delle lodole venne ad accrescere le sconvenienze di Maria. Curvata sul piatto, lacerava gli uccelli colle dita, ne cavava le polpe coi denti, poi ritirava le ossa dalla bocca sporca.

La nonna ci accompagnò in anticamera, ma sentendosi soffocare dall'emozione, baciò più volte la Giuseppina, la strinse al seno teneramente, e ritornò presso il malato. L'Agata aveva dimenticato i pericoli del marito per occuparsi intieramente della figlia che stava per lasciare. Quella separazione lacerava crudelmente il suo cuore, eppure si forzava di dissimulare il dolore per non aggravare quello della sua creatura, gi

Perchè montata una barchetta peschereccia, cheto sguizzando tra le lor navi, ebbe a udire il cicaleccio delle genti; ch'altri lodava lui stesso ancorchè nimico; altri lacerava re Carlo, malurioso e fatto dappoco; e i più anelavano tornarsi a lor case.

C’era però una sensazione che bastava da sola a rendere atroce la dolcezza di quello inganno, una sensazione sempre presente, sempre vivissima, che le lacerava il cuore, ed era la paura che il fanciullo si svegliasse.

Questa lotta di contrari affetti lacerava il cuore della zia, quando entrò d'improvviso il marito, e senza parlare della di lei indisposizione, le dichiarò venir a rammentarle quanto indarno essa tentasse di resistere ai suoi voleri. Le accordò tutto il giorno per acconsentire alla sua domanda, protestandole, in caso di rifiuto, che la sera medesima l'avrebbe rilegata nella torre di levante; aggiunse che molti cavalieri dovendo pranzare quel giorno istesso nel castello, essa farebbe gli onori della tavola colla nipote. La signora Montoni non voleva accettare, ma riflettendo che durante il pranzo, la sua libert

E con chi? Non me lo avete ancor detto.... Con Sammartino. Un'altra volta! Una crisi di dolore la abbattè. Ella lacerava il fazzoletto, si infiggeva le unghie sulla testa, si torceva le mani, soffocando le grida che le salivano alle labbra. E non prevederlo, iersera!... Non prevederlo!... Disgraziata, la colpa è mia!...

Di giorno mi lacerava le mani a ogni movimento e di notte, con la parte mal ribadita, mi scorticava l'altro piede tutte le volte che mi voltavo addormentato. Mi alzavo con la gamba stracca e indolenzita. «Il catenone mi tribolava dalla mattina alla sera. Non sapevo dove metterlo. Se me lo tiravo sui fianchi, non sapevo reggerlo più di dieci o quindici minuti. Erano minuti di spasimi.

Oh che pensiero doloroso! Perchè gli era venuto? Non l’avrebbe cacciato mai più: lo sentiva mordergli il cervello ed il cuore, avrebbe dato la vita per poterlo respingere. Trasognato per la febbre, smarrita quasi la percezione delle cose esterne e la coscienza del proprio stato, seguiva con lucidezza tormentosa la disputa orrenda che gli lacerava l’anima.