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Moveti lume che nel ciel s'informa, per se' o per voler che giu` lo scorge. De l'empiezza di lei che muto` forma ne l'uccel ch'a cantar piu` si diletta, ne l'imagine mia apparve l'orma; e qui fu la mia mente si` ristretta dentro da se', che di fuor non venia cosa che fosse allor da lei ricetta. Poi piovve dentro a l'alta fantasia un crucifisso dispettoso e fero ne la sua vista, e cotal si moria;

per piu` letizia si` mi si nascose dentro al suo raggio la figura santa; e cosi` chiusa chiusa mi rispuose nel modo che 'l seguente canto canta. Paradiso: Canto VI <<Poscia che Costantin l'aquila volse contr'al corso del ciel, ch'ella seguio dietro a l'antico che Lavina tolse, cento e cent'anni e piu` l'uccel di Dio ne lo stremo d'Europa si ritenne, vicino a' monti de' quai prima uscio;

Moveti lume che nel ciel s'informa, per se' o per voler che giu` lo scorge. De l'empiezza di lei che muto` forma ne l'uccel ch'a cantar piu` si diletta, ne l'imagine mia apparve l'orma; e qui fu la mia mente si` ristretta dentro da se', che di fuor non venia cosa che fosse allor da lei ricetta. Poi piovve dentro a l'alta fantasia un crucifisso dispettoso e fero ne la sua vista, e cotal si moria;

Non scese mai con si` veloce moto foco di spessa nube, quando piove da quel confine che piu` va remoto, com'io vidi calar l'uccel di Giove per l'alber giu`, rompendo de la scorza, non che d'i fiori e de le foglie nove; e feri` 'l carro di tutta sua forza; ond'el piego` come nave in fortuna, vinta da l'onda, or da poggia, or da orza.

per piu` letizia si` mi si nascose dentro al suo raggio la figura santa; e cosi` chiusa chiusa mi rispuose nel modo che 'l seguente canto canta. Paradiso: Canto VI <<Poscia che Costantin l'aquila volse contr'al corso del ciel, ch'ella seguio dietro a l'antico che Lavina tolse, cento e cent'anni e piu` l'uccel di Dio ne lo stremo d'Europa si ritenne, vicino a' monti de' quai prima uscio;

Vedi come l'ha dritte verso 'l cielo, trattando l'aere con l'etterne penne, che non si mutan come mortal pelo>>. Poi, come piu` e piu` verso noi venne l'uccel divino, piu` chiaro appariva: per che l'occhio da presso nol sostenne, ma chinail giuso; e quei sen venne a riva con un vasello snelletto e leggero, tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva.

Poi, come piu` e piu` verso noi venne l'uccel divino, piu` chiaro appariva: per che l'occhio da presso nol sostenne, ma chinail giuso; e quei sen venne a riva con un vasello snelletto e leggero, tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva. Da poppa stava il celestial nocchiero, tal che faria beato pur descripto; e piu` di cento spirti entro sediero.

Non scese mai con si` veloce moto foco di spessa nube, quando piove da quel confine che piu` va remoto, com'io vidi calar l'uccel di Giove per l'alber giu`, rompendo de la scorza, non che d'i fiori e de le foglie nove; e feri` 'l carro di tutta sua forza; ond'el piego` come nave in fortuna, vinta da l'onda, or da poggia, or da orza.