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Dammi che la memoria sia capace a ritenere i benefizi tuoi, la volontá arda nel fuoco della tua caritá; el quale fuoco facci germinare e gittare al corpo mio sangue, e con esso sangue, dato per amore del Sangue, e con la chiave de l'obbedienzia io diserri la porta del cielo.

Tu ti conformi col Verbo, unigenito mio Figliuolo; tu sali nella navicella della sanctissima croce, recandoti a sostenere per non trapassare l'obbedienzia del Verbo, escire della doctrina sua; tu te ne fai una mensa, dove tu mangi el cibo de l'anime, stando nella dileczione del proximo! Tu se' unta di vera umilitá, e però non appetisci le cose del proximo fuore della volontá mia.

E chi è fuore de l'obbedienzia sua, sta in stato di danpnazione, come in un altro luogo Io ti dixi. Ora Io voglio che tu vegga e cognosca questa excellentissima virtú ne l'umile e inmaculato Agnello, e unde ella procede. Unde venne che tanto fu obbediente questo Verbo? Da l'amore ch'egli ebbe a l'onore mio e alla salute vostra. Unde procedecte l'amore?

Decto t'ho della generale obbedienzia; e, perché Io so che la tua volontá è che Io ti parli de l'obbedienzia piú particulare, perfectissima, però ti narrarò ora di questa seconda, la quale non esce però della prima, ma è piú perfecta: perché giá ti dixi che elle erano unite insieme per facto modo, che separare non si possono.

Or che è a vedere, figliuola mia, quello che ha presa la chiave de l'obbedienzia de l'ordine con la disobbedienzia, alla quale egli s'è facto schiavo, e la disobbedienzia ha facta donna, con la compagna della inpazienzia, nutricata dalla superbia col proprio piacere. La quale superbia decto è che esce dall'amore proprio di .

Esce del peccato mortale per la sancta confessione e contrizione di cuore e satisfazione, e con proponimento di non offendere piú. Gittarai allora a terra el bructo e laido vestimento, e corrirai, col vestimento nunpziale, con lume e con la chiave de l'obbedienzia in mano, a diserrare la porta.

Se non poi che venne il Verbo, unigenito mio Figliuolo, che si recò questa chiave de l'obbedienzia in mano e purificolla nel fuoco della divina caritá; trassela del loto, lavandola col Sangue suo; dirizzolla col coltello della giustizia, fabricando le iniquitá vostre in su l'ancudine del corpo suo.

Ma perch'io veggo che tu se' adempitore de' sancti desidèri, e la tua Veritá non può mentire, e perché io desidero che ora un poco tu mi parlassi della virtú de l'obbedienzia e della excellenzia sua, come tu, Padre etterno, mi promectesti che mi narraresti, acciò che io d'essa virtú m'inamori, e mai non mi parta da l'obbedienzia tua; piacciati, per la tua infinita bontá, di dirmi della sua perfeczione, e dove io la posso trovare, e quale è la cagione che me la tolle, e chi me la , e il segno che io l'abbi o non l'abbi.

Ché fu fedele a me, suo Padre etterno, e però corse col lume glorioso, come innamorato, per la via de l'obbedienzia. Questa virtú ha una nutrice che la notrica, cioè la vera umilitá; unde tanto è obbediente quanto umile, e umile quanto obbediente. Questa umilitá è baglia e nutrice della caritá, e però el lacte suo medesimo notrica la virtú de l'obbedienzia.

E non si vergognano essi e tucta l'umana generazione d'insuperbire vedendo me, Dio, umiliato a l'uomo, dandovi el Verbo del mio Figliuolo nella carne vostra? E questo Verbo veggono, per l'obbedienzia ch'Io li posi, corrire e umiliarsi a l'obrobriosa morte della croce.