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Altro e non minore inconveniente: non si sa più comandare; quei pochi che esercitano un timido potere, quasi se ne scusano; si dicono i primi servitori del paese, gli strumenti del bene comune. Non si osa castigare; i delinquenti commuovono più delle vittime; il Tolstoi, anzi, se la piglia con l'istituto della giustizia; nega che un uomo abbia il diritto di condannarne un altro.

Bisogna provvedere, sapete, a codesti bravi ragazzi. Generale, hanno chiesto di appartenere al corpo dei carabinieri genovesi, e Mosto gli ha accettati. Davvero? Sempre i soliti straccioni! Dopo una pausa ripigliò: avete steso il progetto per la vostra scuola? Glielo presentai; egli lo approvò; anzi volle l'Istituto capace di seimila allievi.

So, don Pietro, che vi gradiva più l'ospizio dei trovatelli che non l'Istituto militare. Nessuno mormora. I fanciulli affluiscono numerosi che rimandai al mese venturo l'accettazione di cinquecento di loro per mancanza di spazio. Don Pietro! seguite un mio consiglio: acqua in bocca. Sapete che ci sono molti aspiranti alla nomina di cappellano. Signor comandante, mi raccomando a voi.

Pietro Laner aveva finito con onore anche L'Istituto Tecnico, aveva passato i vent'anni, ma ancora non aveva scelta la sua carriera: era incerto, non sapeva quale avrebbe potuto essere per lui la migliore.

Qui mi casca l'asino. Come indurli a desistere, quand'io m'accingo a lasciargli? E con che cuore d'altronde patire che l'Istituto appena surto rovini? A riflessioni finite m'abbottonai l'abito e con volto severo parlai nella seguente conformit

Non siete un giovinetto che abbia bisogno di guadagnarsi gli speroni. Generale, l'accettai da Garibaldi col patto di rinunciarvi e di seguirlo appena ripigliate le armi. Comunque, dovete restar qui finchè l'opera vostra sia compiuta. Un soldato più o meno non conta. Sarebbe un delitto lasciar perire l'Istituto.

Per proteggere l'Istituto dalle possibili ostilit

A che ora desiderate, signor comandante, ch'io dica la messa? Non se ne celebrò ancora una sola per questi ragazzi, dacchè l'Istituto esiste. Ad un mio movimento d'impazienza il cappellano, addolcendo sensibilmente la voce, soggiunse: Veramente in tanta furia di lavoro non avanzava tempo spazio per la messa.

L'istituto esisteva fin dal 1740, ma per difetto di concorrenti aveva vissuto una vita stentata ed anemica fino al 1784, perchè la massa dei Dalmati aspiranti ai gradi dell'esercito preferiva la via più lunga ma più avventurosa del servizio anfibio sui pubblici legni e verso i confini turcheschi, a quella più tediosa e nuova degli studî e dei riparti d'istruzione.

In poco d'ora l'Istituto non popolavasi di soli figli della plebe. La sua buona fama, l'entusiasmo dell'epoca che tirava all'uguaglianza, le seduzioni della carriera militare in momenti di guerra, e la non ultima attrattiva del gratis vi condussero giovinetti di famiglie civili, alcuni dei quali dell'alta Italia. Ma non ogni cosa correva liscia.