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Anche senza il belletto, l'impazienza avrebbe colorito di rosso le sue guancie paffutelle. Diana entrò nel salotto della principessa: la trovò sola con un giovane elegantissimo: Adolfo Venosa, di famiglia molto agiata e che avea impreso per amor della scienza lunghi, difficoltosi viaggi in regioni inesplorate, facendo, in fresca et

A che giova discutere? egli sospirò. Piuttosto... come state? Siete molto pallida ancora. È una fissazione la vostra replicò la Teresa, dominando a fatica l'impazienza che le destava ogni richiesta intorno alla sua salute... Sto meglio... Ma a forza di volermi ammalata mi farete ammalare davvero.

L'ansia, l'impazienza, l'aspettazion del popolo era indicibile, e il vasto suo fremito veniva solo coperto da quello della natura, la quale pareva avesse voluto espressamente sceglier quest'ora a prorompere così, perchè non sembrasse di soverchio monstruosa la violenza di quelle estreme passioni onde in quel punto avevano ad agitarsi umani petti.

Nascosi il volto nel guanciale, e, dopo una breve lotta co' laboriosi pensieri che mi si agitavano, sebbene affievoliti, nella mente, il sonno la vinse. Mi risvegliai alle dieci, cogli occhi riposati e la mente tranquilla. Tuttavia ero ancora un po' assonnato, e dinanzi a quella prepotente esigenza fisica tacque l'impazienza del desiderio morale, e sonnecchiai fino alle dieci e mezzo.

Intanto, come più s'avvicinava il termine, l'impazienza diveniva più fiera. Ero stanco di aver sempre avanti agli occhi quel ventre enorme che cresceva senza misura. Ero stanco di dibattermi sempre nella medesima sterile agitazione, tra i medesimi timori e le medesime perplessit

Le tornarono alla mente le note di quella romanza, «Mon rêve», che aveva cantato a Loredana; e le richiamò, dolcemente, stonando con delicatezza, quasi che la fanciulla avesse potuto ancora udirla. Ella se l'imaginava come allora, distesa sul divano, tutta bella, tutta superba del suo amore, nervosa per l'impazienza di riveder presto il conte.

Era timido, era modesto; ma soprattutto non era impaziente. L'impazienza è dei deboli. Ora in congedo da Spezia, dove aveva il suo ufficio, si trovava in vacanza a Firenze, dove la mamma lo aveva spinto a entrare in societ

Di questa guisa tanto il duca Sforza che la Bentivoglio, l'uno tentando colle occupazioni d'ogni maniera di frenar l'impazienza che da anni lo rodeva, l'altra di smarrire l'antico affetto in un entusiasmo più vasto e più generoso, stavano attendendo venissero altre notizie d'Italia le quali, si lusingavano, avessero ad esser le risolutive. Ma passò il gennaio e quasi tutto il febbraio. Soltanto in sullo scorcio di questo mese, quando il duca Sforza, venendo dall'Universit

Io non c'entro, cari miei, rispose a tali parole il conte, e colta l'occasione, volgendosi al Palavicino che veniva in coda agli altri senza far motto e non osservato: egli è quest'uomo, soggiunse, che ha da parlare con voi, non io. Tutti si volsero a guardare il nuovo personaggio che il Mandello additò; l'aspettazione e l'impazienza era dipinta sui volti.

Cominciò dal ruzzare intorno alla tavola, dal farla tentennare, dal dimenare la seggiola dove sedeva Alessio; il poverino non alzava gli occhi e seguitava a studiare, ma ad un certo tremolìo del labbro superiore, era facile argomentare l'impazienza che gradatamente s'impadroniva di lui.