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meno Astrea, che a l'immortal soggiorno Avea gi

Qual su schiera d'augei, che 'n ripa al fiume Gode bel sol di boreal stagione, Spronato da digiun batte le piume Con unghia ingorda il peregrin falcone: Tale infra Turchi oltra l'uman costume Se stesso avventa l'immortal campione, Feroce, atroce; e fa sanguigni i lidi Fra pianti avversi, fra dolor, fra gridi. */

così tosto a l'immortal sentiero Mosse la fulgida Alba il piè celeste, Ch'ei nel fondo del cor sveglia il pensiero, Come se stesso a la partenza appreste. Su l'erma piaggia non pervien nocchiero; Or come troncher

Ha purpureo cimier, purpurea vesta E ne lo scudo l'immortal Fenice; Senza destrier co' piedi il suol calpesta; E nacque in Perga; il nome è Berenice. Qui subita d'amor calda tempesta Sorge nel petto a Dardagano, e dice: Non morir, no, le mie preghiere intendi, Salva te stessa, ed a sperare apprendi.

Ed ei soave mormorando intorno Sveglia bell'aura per lo ciel sereno, Sereno , ch'a l'immortal soggiorno De' bei raggi del sol non mai vien meno; Ma chi de l'erbe, onde per tutto adorno Verdeggia il prato, narrerebbe a pieno? Vivi smeraldi, nel cui sen cosparsi Veggonsi alberi mille al cielo alzarsi.

Sotto mentito volto un demon reo Prende a Folco narrar fìnta novella, Che la turba in seguir, cadde AMEDEO, E fu estinto nel mar dalla procella; Ma l'inganno infernal nulla poteo, Che il confortò con l'immortal favella L'Angelo dell'Eroe: così la speme Del soccorso vicin, fa ch'ei non teme.

Or, poi che dentro a l'ampia mole ascese, Da Dio sospinto, il messagger beato, Scudo, elmo, brando, intra' più scelti, ei prese, Onde AMEDEO scenda in battaglia armato, E tromba; onde egli a memorande imprese Sprona gli eroi con l'immortal suo fiato: provveduto, in su l'aeree penne Dal sommo olimpo al cavalier sen venne.

Così pregando inginocchiato avante Del Signor stava a l'immortal presenza, E di vera piet

Tutto di raggi orribilmente adorno Fra' turbati guerrier sangue diffonde, E l'alto Dio da l'immortal soggiorno Pur tuona, e d'atri nembi il polo asconde. A l'immenso fragor mugghiano intorno Le valli, i campi, le montagne e l'onde. Turbasi l'aria, e ne rimbomba il cielo: In fra i Turchi ogni cor s'empie di gelo.

Ma verso il campo i lumi eterni inchina Il Re del Ciel da l'immortal sua sede, E certo nunzio al gran guerrier destina Scelto campion de l'immutabil fede. Guarda per l'ampia regïon divina Spirti infiniti, che gli stanno al piede; Indi a Michel guerreggiator sublime Ne l'armi eterne il suo voler esprime: II