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Quest'uomo le disse il Virey ha prodotto sui vostri nervi una impressione dolorosa. Procurate di ricomporvi e di obliare. Per la missione che ora andate a compiere si esige molta calma e molta energia di volere. Se voi conosceste quel mostro! esclamò l'Immolata rabbrividendo. Egli è dunque di una specie ben trista, se voi tremate e vi coprite di pallore al ricordarlo?...

L'Immolata raccolse tra le braccia il bel capo che per un istante si era scostato da lei, e riprese a parlare di tal guisa: Le grandi commozioni della natura non durano a lungo. Di l

Ebbene! sospirò l'Immolata quella effigie e quelle sembianze mi hanno ricordato ciò che una donna della mia condizione ha l'obbligo di obliare, che anch'io sulla terra ho amato una volta, e molto, e intensamente amato pel solo diletto di amare. Su queste parole della Immolata la gondola toccò terra.

Il Virey fece un saluto del capo, e la donna, cui erano state dirette le ultime parole del nano, rispose con una intraducibile occhiata piena di angoscia e di sommissione. Poco dopo, la volante che stazionava sulla piazza della cattedrale, accoglieva nel suo grembo il Primate e la suora, e dirigevasi con moto rapidissimo verso la villa Paradiso. Durante il tragitto, l'Immolata appariva turbata.

E in così dire, pose innanzi alla donna una fotografia colorata che ritraeva l'Albani in tutto il fulgore della sua bellezza giovanile. Che è stato? perchè mai al vedere quelle sembianze l'Immolata trasalisce e balza dalla seggiola con febbrile agitazione? Presto! che tardiamo? non si perda un istante! esclama la donna con voce affannata, appoggiandosi al braccio del medico.

Altri padri, esasperati dalla disparizione de' figli, erano accorsi ad abbattere con martelli e picconi l'infame edilizio. Una breccia era aperta... Cardano, vedendosi perduto, si disponeva a fuggire traendo seco l'immolata. Quell'uomo amava Glicinia disperatamente, come il mostro soltanto può amare ciò che è bello e perfetto.

Io non proffersi parola; le lacrime agglomerate sul cuore facevano intoppo alla voce. Prima che noi fossimo entrate nelle nostre stanze, uno scoppio fragoroso di tuono annunziò lo scatenarsi dell'uragano». L'Immolata si interruppe. Il tremito convulso onde l'infermo era assalito lo avvertiva che i dettagli spaventevoli di quella scena potevano ucciderlo. La crisi fu passeggiera.

Tutti uscirono dalla stanza ad eccezione della donna. Questa si appressò tremando al letto dell'infermo. La luce melanconica della lampada azzurra, rischiarando il pallido volto, lo abbelliva di una tristezza funerea. L'Immolata, al vedere quelle sembianze, potè a stento reprimere un grido.

L'Immolata si ritrasse con ribrezzo; ma appena il sacerdote le ebbe mormorato all'orecchio una misteriosa parola, abbandonando il suo braccio a quello del mostro, ella salì con lui nella gondola e disparve. Al Caffè Merlo. Usciamo dalle alcove!

L'Immolata, affiggendo le sue labbra a quelle dell'Albani, dovea trasmettere la vita o assorbire la dissoluzione. Ma i presagi del Virey non tardarono ad avverarsi. L'infermo dopo alcuni istanti aprì gli occhi. Che è stato? domandò con fioca voce. L'Immolata trasalì, e cadendo in ginocchio presso il letto del malato, gli mormorò all'orecchio una parola che parve rianimarlo.