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71 Parte la guardia, e porta l'imbasciata l

TRAPPOLINO. E va' alle forche, sciagurato! MALFATTO. Orsú! Basta. Adunque recomandami a esso e dilli ch'a lui sempre sempre... LUZIO. E camina, se vòi! Non vedi tu che parli col vento, ché colui s'è partito? MALFATTO. Be', io volevo che facessi l'imbasciata a quel compagno. LUZIO. Tutti te lli fai compagni. Non te vergogni? Ma va' bussa, va'. MALFATTO. O aspetta un poco. Tic, toc.

63 Vien Fiordiligi, ed entra nel rastrello, nel ponte e ne la porta; e seco prende chi le fa compagnia fin all'ostello ove abita Ruggiero, e quivi scende; e, secondo il mandato, al damigello fa l'imbasciata, e il buon Frontin gli rende: indi va, che risposta non aspetta, ad eseguire il suo bisogno in fretta.

Perché? RITA. Per bene. Madonna Fulvia mia patrona gli vorria parlare. CECA. Aspettate, che or ora li farò l'imbasciata. RITA. Tornate presto, di grazia. FULVIA. Accòstate in qua, Rita, acciò che non paia ch'io stia sola; ché tu sai ch'alle male lingue non mancaria che dire. RITA. Costei si sará forsi rotto el collo, ché bada tanto a darci la risposta. FULVIA. Qualche cosa deve aver a far, lei.

80 Lesse la carta quattro volte e sei, e volse ch'altretante l'imbasciata replicata le fosse da colei che l'una e l'altra avea quivi arrecata, pur tuttavia piangendo: e crederei che mai non si saria più racchetata, se non avesse avuto pur conforto di riveder il suo Ruggier di corto. 82 Ohimè!

Così, passando in mezzo a cento gruppi di soldati, si recarono nel cortile, detto della Torretta. Una labarda che precedeva il duca salì a far l'imbasciata al custode. Questo tosto discese. Si vorrebbe entrar nella camera dell'ammenda, gli disse il duca. I condannati per l'attentato contro il marchese Palavicino, se son quelli che volete vedere, ci furono condotti oggi di fatto.

65 Con questi ed altri più efficaci detti fece Sobrin che 'l partito ottenne; e gl'interpreti fur quel giorno eletti, e quel a Carlo l'imbasciata venne. Carlo ch'avea tanti guerrier perfetti, vinta per quella battaglia tenne, di cui l'impresa al buon Rinaldo diede, in ch'avea, dopo Orlando, maggior fede.

Basta così. Andate pure. Domani, di buon'ora, passerete dal signor Omobono; venga qui nella mattina, e non manchi, e non parli con nessuno. Al signor Consigliere, farete l'imbasciata che gi

La donna non fece mostra di leggere la carta: da quel che potevo distinguere mi parve che se la ficcasse in saccoccia. Vidi una cuffia bianca che si chinava. Ave Maria... Statevi bene. E allora, quando posso tornare? Che vi posso dire?... Tra una settimana... Tra dieci giorni... E quando tornerò... Chiamate Maria Agnese la conversa. E io scenderò. E poi porterò l'imbasciata.

Va' presto e spácciati. FULVIA. Che te ha detto? RITA. Ho parlato col figliuolo. Adesso fará l'imbasciata. FULVIA. Acòstameti qui, ché non paia ch'io stia sola. CECA. Chi è quella che vole madonna? RITA. Siamo noi. Oh Ceca! CECA. Perché non entrate, che l'è aperto? FULVIA. E che ne sapemo noi? CECA. Dio vel perdoni. Che bisogna che voi pichiate, che sète patrona de ogni cosa?