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PIRINO. Egli non ha per altro cari gli occhi suoi, che per mirar voi; per altro il suo core, che per serbare inviolabilmente nella sua piú interna parte la bellezza e i vostri costumi: e si gloria piú del titolo di esser vostro schiavo, che di tutti i reami del mondo. Sète sua, foste sua, per l'avvenir basterá accidente alcuno a far che non siate sua.

Terigi allora a un pianto s'abbandona con una bocca quasi di berretta, dicendole: Illustrissima padrona, per l'amor di Gesú, datemi retta. Io vi chiedo perdon, ma... Dopo questo gl'impedieno i singhiozzi il dire il resto. La dama lo scusò per quella volta; il resto non lo volle piú sapere. La vostra villania resti sepolta: siate per l'avvenir piú cavaliere.

Membro dell'Accademia, Membro del club artistico, Membro dell'onorevole Consesso giornalistico, Membro al comizio agricolo, Membro dell'Ippodromo.... Che sei tu dunque, o Gabrio? Che sei? Un membro o un uomo? I bimbi ai vecchi gridano: «Dell'arte antica voi «Siete le illustri mummie, «E l'avvenir siam noi

Si chiedeva allo Zodïaco L'avvenir delle persone; I romiti fabbricavano Le medaglie e le corone; E diceano i benefíci Dei flagelli e dei cilici. Come noi si va in America, Lor si andava in Palestina; Qual tesor ne riportavano Una scheggia peregrina Della croce di Gesù.... chiedevano di più! Oh!... I corteggi all'Evo Medio Nei trionfi e nelle feste!

Son genî incompresi, Son piccoli eroi, Son nani che gridano: «I grandi or siam noiDi Wagner la grand'opera (Oh evento fortunato!) Tutti fra poco udranno E l'avvenir fra un anno Si chiamer

Ei viene, egli si avanza; Ha in cor la luce, l'avvenir sugli occhi! Non firmamenti, o báratri Ma le tende de l'uom son la sua stanza. Voi, che in abietto e vile Ozio distesi, il turpe viver molle Annoverate dal fuggir de l'ore, Schiavi imbelli del core Vostro e d'altrui, larve patrizie, all'opra! Tal giudice v'è sopra, Che a nulla mai quanto a l'oprar perdona. del ceruleo sangue Vi giover

Ella ha sete e vorrìa l'assenzio e il miele, La manna e il tòssico, E sente in seno l'onda d'una brama Che or soave diventa ed or crudele. Ella giunge le mani e attende e chiama, Tra speme e tedio, Il presentito compimento ignoto E la gioia fatal che ha sol chi ama. Chi ama e vive e più non sente il vuoto Dell'ore rapide, E la pace che fa invocar la guerra, E l'avvenir che ognora è più remoto.

Cantor, che a la palestra De la vita allenò l'alma e l'ingegno, I casi ad indagar la mente ha destra; Spregia il parer fallace, Che fa pago ed esalta il vulgo indegno; Sol nume ha il Vero; ombre non teme; sfida Del presente favor l'aura fugace, E, profeta a le genti Di ragionati eventi, Guarda il passato e a l'avvenir le guida.

29 Per l'avvenir vo' che ciascuna ch'aggia il nome tuo, sia di sublime ingegno, e sia bella, gentil, cortese e saggia, e di vera onestade arrivi al segno: onde materia agli scrittori caggia di celebrare il nome inclito e degno; tal che Parnasso, Pindo ed Elicone sempre Issabella, Issabella risuone.