United States or Sierra Leone ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ma risorta dal mar l'alba celeste Tingeva di rossor l'aure serene Quando le membra il Cavalier riveste Di vigore immortal tutto ripiene; più lento di lui le ciglia ha deste Folco, ma ratto a salutarlo viene, E come su la soglia ha posto il piede, Fattolo franco, e che passeggia ei vede.

In tanto de le trombe al suono acuto, tosto che di Febo è sorto il lume, Folco dei fieri acciar non fa rifiuto, Intrepido de' vecchi oltra il costume; Copre di nobil'elmo il crin canuto, Cui sopra fan cimier candide piume, Onde scosse da l'aure a l'altrui vista Non più vaghezza, che terror s'acquista.

Lungo il sentiere de' pioppi bianchi e de le tamerici, maga possente contro i maleficj, guida voi foste a 'l debil cavaliere. Ilare, accanto a voi, senza temere, io respirava l'aure innovatrici: mi battean ratte ne le cicatrici l'onde de 'l sangue tiepide e leggere.

Pareami in sogno al sacro monte in cima Venir per l'aure a vol, sovr'ali snelle Tra il coro delle vergini sorelle Per cui l'uom tanto il viver suo sublima. Tornai sul luogo della mia nascita e gridai: «Gli amici della mia gioventù, ove sono?» E l'eco mestamente rispose: «Ove sono?» ...

Le navi trottolâr nell'oceáno, E in un baleno l'inghiottisce il gorgo; Crollano torri e case; a Finalborgo Del fornello il camin vien raso al piano. O cielo di Liguria, o mar Tirreno, E quando l'aure e l'onde tue saranno Serene e quete ed avr

Errando avviensi, ove del duol sofferto Fatto avea 'l fiero Oronte in ritorno, Ed a l'aure serene il guardo aperto Il rivolgea pien di vergogna e scorno. Da lunge il Duce di sua vista incerto, S'appressa ove il guerrier facea soggiorno, E quando in ravvisarlo errar non puote, Apre il varco del petto a cotai note: VI

Udì il vanto oltraggioso e la superba Sfida la Dea, che tutte cose impera, E da le sedi adamantine, eccelse, Ove, occulta al creato, erge il suo trono, Chinò lo sguardo, e il rilevò, siccome Commiserando a questa ultima sfera, Bruna ed ultima tanto e tanto audace. Prendea l'aure in quel punto ad ampie vele L'ignifera carena, e fra' tranquilli Miraggi de le fate argenteo il dorso Scopríano a la notturna aere i delfini, Pazzamente esultando; e gi

grida, e di grande ira arso le vene Scocca il fiero quadrel con studio intenso, Che trasvolando va l'aure serene, Rivolgendo al suo suono il popol denso; E finalmente al grande Ispan perviene; tanto valse de lo scudo immenso Il terso acciaro e l'interzate cuoia, Che di quel colpo il cavalier non muoia.

Ed i cervi, a cui ne li occhi il fascino sta de le solitudini natie, sazi de 'l pascolo, su 'l limite scendono in torme a bevere. Or le cervine imagini e le arboree tremano a 'l fondo in pendula corona: s'ode ne la pace il crépito de le lingue che lambono. E, poi che lievi l'aure sopra giungono, i mammiferi timidi ergono il muso ne l'inquietudine, grondanti da le fauci.

dice, e passa il varco, onde si serra Quell'orto a gli occhi de' mortali ascoso, Quell'orto, che per l'onda e per la terra, E per l'aure del ciel sempre è gioioso; Vedeasi fiume che trascorre ed erra Qual puro elettro per lo campo erboso, Creare uscendo dal giardin giocondo I quattro fiumi celebrati al mondo.