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Sentiremmo salire alle nostre mani, alle nostre braccia, alle nostre guancie, la tremula acqua pesante, tutta piena di pruriti, l'acqua vasta dei baci e delle carezze, che bruscamente crolla in calda cascata sulle nuche, e le piega!... Per desiderarci di più! Per desiderarci di più!... Fino al momento confuso in cui non ne possiamo più! I tuoi occhi supplicano ancora!... Si tarda!... Si prolunga ancora l'attesa!... No, no, basta!... La tua mamma s'addormenta gi

Questo principio latino si risvegliò con tale delirante e ardente fede nell'animo degl'infelici Italiani, da ricordare l'attesa del Messia da parte dei Giudei. Infatti gl'Italiani di quel tempo somigliavano, nelle loro sventure agli Ebrei: Dante fu il loro profeta.

«E' finita l'attesa. Gli anni sono passati, i neri, tristi anni d'assenza e di solitudine. «Parto di qui, per ritornare a te.

E piuttosto che aspettar voi, preferite fare aspettare gli altri. È così dolorosa l'attesa di una gran gioia! Ho cercato di ingannare il tempo occupandomi di voi. Di me? Ah che galanteria! Però avrei avuto più cari dei fiori del vostro giardino. Del mio giardino? Non è vostro quel giardino sotto? Ah! sicuro ma non ci sono fiori. Se ne ho visti io di bellissimi. Ah, aveste visto?

Ci fecero aspettare forse una buona mezz'ora, e non mi dispiacque l'attesa, ed il veder aspettare gli altri, poichè questo era un segno di giustificata indipendenza, dato almeno una volta da una razza oppressa e disprezzata. Finalmente le porte si aprirono, e salito per una stretta scala, arrivai nell'interno del tempio.

L'attesa non ha angosce, non ha agonie per te? Dio è grande, sentenziò il Pietrasanta, e la donna è la ministressa delle sue misericordie. Tu sei felice! Certo! Che cosa mi manca? Un po' di giudizio, qualche volta, un po' d'ingegno come il tuo, sempre.... Eh via! disse Aloise, dandogli sulla voce.

L'attesa di quegli altri dieci minuti fu eterna. Pareva che il tempo si fosse arrestato, che non potesse più scorrere, che la stazione fosse abbandonata, che la vicina citt

Qualunque fossero stati i sogni, i desideri, le speranze, l'attesa degli otto anni trascorsi, tutto doveva ora avere compimento. Nella pienezza del suo sviluppo di donna, l'anima, i sensi, il pensiero chiedevano la loro parte a Marta, che ripeteva trepidando: dopo! dopo!

Era finita l'attesa; erano passati i timori. Ora la vita si apriva più vasta sopra più vasti orizzonti. L'anima sua era placata, appagata e senza desiderio. Ed ora, con un sommesso tremito di gioia, le tornò nella memoria il suo Libro; il suo Libro che la aspettava, fermo dove ella lo aveva lasciato quella sera in cui l'avvenire aveva pulsato entro il suo seno.

Dal momento che aveva appreso l'arrivo di lui a Palermo, Massimiliana era vissuta in un così grande terrore, che ogni altro sentimento ne era rimasto eclissato. Se egli fosse venuto ad abitare sotto lo stesso tetto, ella non avrebbe aspettato; sarebbe fuggita, scomparsa, non importa come... Intanto, l'attesa dell'inevitabile momento in cui si sarebbero ritrovati in presenza, le era causa d'un'ansia mortale, come non aveva creduto possibile di provarne una simile dopo tutto quello che aveva sofferto. E, ad un tratto, ella si accorgeva che quell'ansia era nulla, era quasi la tranquillit