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Giuraste ad essa, alla Patria, a Dio; e nelle parole di quel giuramento cingeste l'armi. Perchè sostate? Perchè tradite il debito cresciuto in voi colla forza, e obbedite come se foste assoldati dalla tirannide e non apostoli armati d'una Fede suprema, alla paura degli inetti che travolgono la Patria appiè d'un Convegno di re stranieri?

Dicea la Furia a lusingarle il core: Certamente del cielo alto messaggio Quì de i perigli misurando l'ore Ha prescritti gli spazj al tuo viaggio; Chè 'n mezzo l'armi a dimostrar valore Non ha il popolo nostro oggi coraggio, E ne la mente sua vilt

Ed io non patirò che un frettoloso decreto sia fatto con infame pregiudizio dell'onor mio; e ti conseglio che lasci tal impresa, perché verremo a cattivo termine insieme. DON FLAMINIO. Pazzo è colui che accetta consigli dal suo nemico: e meco venghisi a qualsivoglia termine, ché con l'armi son per difendere quel che la mia sorte m'ha donato; e te lo giuro da quel che sono.

POLISENA. Che voce potrá formar la mia lingua tutta piena d'orrore e di spavento, veggendovi con l'armi in mano e che state di ponto in ponto per ferirvi? Almeno ponete le punte in terra, e colui che sará primo a inclinar la spada dará primo testimonio dell'amor che mi porta. DON IGNAZIO. Ecco ch'io v'obedisco. DON FLAMINIO. Ed io pur voglio obedirvi.

Quest'elmo, un panzerone di ferro e un'anima d'acciaio sul petto, bracciali, cosciali e schinieri di ferro, erano le difese del cavaliere; daga, e spada soda, lancia a posta sul piè della staffa, erano l'armi di offesa. Nomi diversi, secondo i tempi e le fogge del loro armamento, avevano i fanti. Portavano giaco e cervelliera di ferro, spada e mazza, oppure una picca di smisurata lunghezza.

Per questo convenne a Gaio Antonio, poste giú l'armi, militare con l'animo dietro a Catellina; e, come che piú non me ne ridica or la memoria, non è da dubitare che i passati secoli non ne sieno stati cosí copiosí come veggiamo l'odierno.

Io scrissi queste pagine, coll'anima in pianto, poco dopo la pace di Villafranca. D'allora in poi, la Provvidenza che vuole l'Italia Nazione, la costanza degli uomini del Partito d'Azione e la santa audacia di Giuseppe Garibaldi, hanno affrancato le nostre terre meridionali: l'armi capitanate dalla Monarchia Piemontese hanno vendicato Perugia. Ma l'Italia non è. Venezia è schiava. Un Governo che trae le sue inspirazioni dallo straniero ci contende Roma. Una terra Italiana è oggi, per opera di quel Governo, terra Francese. I materialisti pagani del XIX secolo, che sostituiscono il culto della forza e del calcolo all'adorazione dell'eterno Vero e dell'eterna Giustizia, tengono tuttora il campo, e imbastardiscono su torte vie, dietro tattiche immorali indegne d'un Popolo che sorge, l'intelletto de' giovani. Vorrebbero che questa Italia, iniziatrice perenne dell'Unit

Disse, e ridendo un cotal riso altero, Sporse le labbra, e ottenebrossi in volto, E ratto s'involò come il pensiero Dove il nembo di morte era più folto. Stette il Duce, ondeggiò, tacito e fiero Girò lo sguardo, in mar di dubbî avvolto, Quando tra l'armi e il fumo e i morti e l'ira Nuova vision, nuovo portento ei mira.

Il Re del Cielo ad AMEDEO destina Michele ad arrecar l'armi immortali: Pronto egli dalla torre adamantina A lui ne scende dibattendo l'ali E compie, l'alta volont

Alle insegne, al portamento ravvisa Anselmo, e barbaramente esultando precipitandosi a valle, lo chiama alla tenzone. Cessino l'armi, soldati: lascia, vituperato rapitor di fanciulle, di mostrarti prode sul volgo: il bastone e non la spada si conviene all'imbelle tuo braccio. Qui, qui ti rivolgi, è la mia che ti attende e vuole insegnarti quanto valga un Nebiolo, eroe da tradimenti.