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L'ho visto nei suoi occhi che mi guardavano così dolcemente! Oh mamma! mentre suonavo avrei voluto dirgli che, se allora ho dato sette desideri per la sua vita, oggi, che ho dieci anni, potevo dargliene tre di più!... Ma quando ho smesso di suonare, egli mi ha detto: «Grazie! oh, grazie!»... Eppoi mi ha baciata. Dunque sapeva tutto!... Sapeva quanto l'amavo!

Sentite! esclamai Mi avete attratto da lontano, per via di una forza misteriosa. Non pensavo affatto di venire qui. Un impulso improvviso mi suggerì: Va' a Firenze! E sono venuto e vi ho veduta lo stesso giorno del mio arrivo, quasi fossi accorso apposta per voi. Sono rimasto qui unicamente per voi.... Rompete l'incanto; liberatemi! Siete una maga? L'amavo e la odiavo.

Ella che, prima, quando l'amavo e non ero ancora geloso, mi sembrava trasparente come un cristallo, limpida come un purissimo diamante.

Ed io pure l'amavo, e speravo, e non mi credevo impertinente, avrei trovato ragionevole che Fulvia considerasse codesto un oltraggio.

Se ella non mi avesse ammaliato, lusingato, tirato a con quelle arti sottili che le sue pari conoscono, avrei potuto io mai levar gli occhi e le speranze vane sino a lei, sino alla figlia del marchese mio signore? Amore uguaglia! disse con accento di amarezza la Gilda. , quando si ama; e io non l'amavo. Forse potevo io rivolgermi a lei, avendo dato a un'altra donna il mio cuore?

Infine, non era ragionevole che ella passasse le sue serate in casa a sentirsi dire che l'amavo. Le visite, gli spettacoli, il giuoco che so io tutta la vita esteriore aveva poche o punte attrattive per me; per una signora la cosa era diversa. Ella aveva delle relazioni da mantenere, una figura da fare.

Io comprendevo tutto ciò, e pure mi ostinavo a parlarle d'Eugenio; parevami che perchè io l'amavo anch'essa dovesse sentirne a parlare volentieri. Essa mi ascoltava talvolta in silenzio, ed io interpretando in buon senso quell'attenzione, coglievo l'opportunit

Tutti mentiscono un poco, nell'amore ella soggiunse, a occhi bassi, appena appena rimproverandogli, così, la sua menzogna della sera scorsa. Egli non comprese. Poichè non ti amava, da tanto tempo, non eri tu libero? No egli disse, tetramente, Ero legato. Come? Legato da un giuramento. A Lei? A me stesso. Non ti capisco ella disse, ancora, guardandosi le perfette mani. Io l'amavo... Ebbene?

«Ebbene, quello che doveva accadere accadde! Io l'amai, quella donna; l'amai subito che la vidi, l'amavo prima!

Senza dare alla giovine il tempo di rispondere, suonò il campanello ed alzata una portiera scomparve. Rientrò nel suo spogliatoio profondamente accasciata e lasciatasi cadere su di un divano, nascose il viso sconvolto in un guanciale di velluto ricamato e pianse, pianse lungamente, mormorando fra i singhiozzi: Oh!... infame, infame... ed io che l'amavo tanto.