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PILASTRINO. Tu non neghi, adunque, essere in grande errore? CRISAULO. Errore. Ah quanto fòra 'l meglio esser nato in vil capanne, talora, e in boschi che ne l'alte case! Chi nol pruova nol sa. PILASTRINO. Cosí sarebbe piú felice 'l mio stato assai che 'l tuo; ché non mi truovo un soldo. CRISAULO. Senza dubbio. PILASTRINO. È meglio, adunque, che cangiam gli stati e le fortune.

Ond'ella, appresso d'un pio sospiro, li occhi drizzo` ver' me con quel sembiante che madre fa sovra figlio deliro, e comincio`: <<Le cose tutte quante hanno ordine tra loro, e questo e` forma che l'universo a Dio fa simigliante. Qui veggion l'alte creature l'orma de l'etterno valore, il qual e` fine al quale e` fatta la toccata norma.

Risuscitò l'ignota poesia, Evocando col suo desir possente Il fulgore infocato e la magìa Dell'Orïente, I monumenti sotto il cielo aperto Nella tòrrida luce polverosa, E la sublime noia del deserto Senza una rosa. Disse Bisanzio dove l'onda bagna L'alte moschee dalle dorate fronti, I calli angusti nella dolce Spagna In mezzo ai monti.

¹ Potè a l'alte patrizie, Come alla plebe oscura, Giocoso dar solletico La soffrente natura. PARINI, Ode a Silvia. ² Quæris quo jaceas post obitum loco? Quo non nata jacent. SENECA, Troas, char., A. 2.

4 Signor, ne l'altro canto io vi dicea che 'l forsennato e furioso Orlando trattesi l'arme e sparse al campo avea, squarciati i panni, via gittato il brando, svelte le piante, e risonar facea i cavi sassi e l'alte selve; quando alcun' pastori al suon trasse in quel lato lor stella, o qualche lor grave peccato.

Chiede da l'alte donne, ed indi intese Sovra il dolor da Trasideo sofferto, Che da molte percosse egli s'offese; Ma non per tanto, che suo scampo è certo; Onde con esso lor sen va cortese A trovare il guerrier di gran merto, E con sembianze di allegrezza asperse Primier le labbra a favellargli aperse.

Su l'alte torri, e per la patria armato Ritrovai morte, ove cercarla è degno; Ed ora a farmi nel morir beato, Donna, fra le tue braccia a spirar vegno. Così disse egli: e per lo sen piagato Il sangue se ne va senza ritegno, E del letto cosparge ambe le sponde; Ed Egina il rasciuga, indi risponde: LIX

quanto per mente e per loco si gira con tant'ordine fe', ch'esser non puote sanza gustar di lui chi cio` rimira. Leva dunque, lettore, a l'alte rote meco la vista, dritto a quella parte dove l'un moto e l'altro si percuote; e li` comincia a vagheggiar ne l'arte di quel maestro che dentro a se' l'ama, tanto che mai da lei l'occhio non parte.

alla descrizione della villa pompeiana, dove Delia è schiava: Ride aprica intorno La villetta amorosa: Nitidissimo il giorno Che sorge, a mano a mano L'alte vette, i grand'alberi, i sacelli. Le mura antiche e gli archi, Fin quest'erma che ancor negletta e mesta Riposa, ùmile terra, Pare che allegro varchi E del suo bacio imporpori e suggelli. Come ardente amator novella sposa.

Ne 'l cortile marmorëo, tra l'alte colonne a cui s'abbracciano le piante con amorosi vincoli di fiori, tace la Bella Fonte, inanimata? più Bacco fanciullo, in su li opimi grappoli assiso, ride da la tonda faccia e vendemmia, candido tra l'acque riscintillanti a 'l sole ed a la luna?