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Ha quì tratte Ottoman squadre infinite, Chiuse le vie del mar, cinte le mura, E tra ceppi, tra fiamme, e tra ferite Minaccia fa d'ogni crudel ventura. E pur con l'alme, e con le fronti ardite Tengono infino ad or Rodi secura, Incontra morte coraggiosi e franchi, E per vegghiare, e travagliar non stanchi. Ma senza aita a che cotanto ardire?

quand'io incominciai a render vano l'udire e a mirare una de l'alme surta, che l'ascoltar chiedea con mano. Ella giunse e levo` ambo le palme, ficcando li occhi verso l'oriente, come dicesse a Dio: 'D'altro non calme'. 'Te lucis ante' si` devotamente le uscio di bocca e con si` dolci note, che fece me a me uscir di mente;

In su quel punto dal fulgor profondo, Onde Egli avvolto immortalmente bea L'alme celesti, il Correttor del mondo L'eterno sguardo al grande Orsin volgea: Non è forza mortal, che trarlo in fondo Esser possa bastante, Egli dicea, destra, che più forte abbia la terra, Può dargli palma di martirio in guerra.

Reggeva Alfange de le genti armate In quei paesi a suo volere il freno, Alfange, a cui ciascun d'alta beltate Negò trovarsi paragon terreno; L'alme sembianze, e da ciascun lodate, Appena viste io pur lodai non meno, Ed a la vita mia d'aspro tormento Ciò fu cagion, ma non però men pento.

poi che fuor di sospetto e di martiri, godo del ben che ne l'alme s'interna, deh! non turbate la mia pace eterna col pianto vostro, e co' i vostri sospiri. Qui mi viv'io, dove 'l pensier non erra; dove luogo non ha terreno affetto; e co' i piè calco gli stellanti chiostri. E se quassù giungesser gli occhi vostri, vedendo fatto me novo angeletto, qui bramareste, e non vedermi in terra.

Quest'è quel poggio, che fra gli altri poggi è de le Muse il più diletto poggio: qui 'l grande Apollo ispira entro a' lor petti quella virtù ch'a lui 'l gran padre ispira; ed elle l'alme elette a i Dei più care, chiamano al verde de l'amate piante; e chiamanle al licor del chiaro fonte; chiamanle al chiaro fonte d'Ippocrene, eterno onor del sangue di Medusa.

Ma non temete; di vigor ripiene L'alme vostre fiammeggino: vicino Oggimai veggo farsi a queste arene Incontra Turchi un Cavalier divino; Per salute di noi ratto sen viene, Trascorrendo di mar lungo cammino, Il gran guerrier, che di supremo alloro La Dora adorna, e la Citt

Non scuro lampo di Perugia, degno D'allor sul mare, e via più degno in terra; Ma dignissimo quì, dove sostegno Fassi de l'alme disperate in guerra; A l'intrepida man giunge l'ingegno, ch'a' barbari stuoli il varco serra, Parte col ferro i turchi a terra stende, Parte i seguaci suoi col grido accende. Ah cavalier! dunque dimessi il ciglio Andrem per l'Asia vilipesi e schiavi?

Forte eccitando van trombe canore L'alme gi

Ma il giorno del Signor rivedea alfine, E mettea lieto suon la pia campana, E a söavi pensier l'alme fea chine, E a ricordanze dell'et