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Egli mi si avvicinava, confuso. Almeno... mormorò Abbracciami, almeno!... L'abbracciai. Sentii, in quel punto, sciogliersi il mio cuore così gonfio. Sentii che Barra era stato, dopo tutto, il mio compagno di speranze, di privazioni, di gioie... Il suo cuore batteva sul mio così forte, così forte!... E mi prese un tremito invincibile: la gola mi si serrò...

La raggiunsi, l'abbracciai, e ridemmo insieme di gran cuore. Ma il ghiaccio era rotto; ci avevamo detto in viso il pensiero nostro: non eravamo perfetti! Per quanti sforzi facesse, Nina non riusciva a correggersi; solo quando aveva peccato, pigliava una certa aria tra il dolente e lo scherzoso che la faceva più bella.

Tu sei pur negligente! PILASTRINO. Ora non posso dirt'altro, c'ho da fare in fine a sera. Ma vo' che sappi la piú bella berta ch'io tramo adesso. CRISAULO. Non lo vo' sapere. Attende ad altro, e forse ti fia 'l meglio. Ier la vidi duo volte a la fenestra. Felice giorno! PILASTRINO. Ed io piú di sei volte la vidi, dopo bere; e l'abbracciai. Chi è piú felice? CRISAULO. Aimè!

Avevo sentito parlare di un mezzo per accertarsi del sesso di una creatura in gestazione, e lo avevo giudicato superstiziosa sciocchezza. Ebbene, non seppi trattenermi dall'adoprarlo. Una mattina improvvisamente le dissi: Oh, Fausta!... Quelle mani! Me le mostrò, voltando le palme, stupita della mia esclamazione. L'abbracciai, commosso, credulo al pari di una femminuccia.