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14 Marfisa con Ruggiero a questo segno si muove, e non aspetta altra trombetta; prima rompe l'arrestato legno, che tre, l'un dopo l'altro, in terra getta. De l'asta di Ruggier fu il pagan degno, che guidò gli altri, e uscì di vita in fretta; e per quella medesima con lui uno ed un altro andò nei regni bui. 15 Di qui nacque un error tra gli assaliti, che lor causò lor ultima ruina.

Rogiero stava tuttavia esitante, ed ora portava i suoi sguardi su l'asta che doveva abbandonare, ora su l'uomo di arme che si allontanava. «E v'è un destinofinalmente proruppe; «noi tutti governa il destino.

19 o per dir meglio, esser colei che crede che goda del suo amor, colei che tanto ha in odio e in ira, che morir si vede, se sopra lei non vendica il suo pianto. Volta il cavallo, e con gran furia riede, non per desir di porla in terra, quanto di passarle con l'asta in mezzo il petto, e libera restar d'ogni suspetto.

L'asta è fatta col legno folto sulle nostre rupi, e il ferro si chiama da passafuora: quella è tre volte di lunghezza la persona, per attestare che tre virtù sono necessarie a chi la maneggia, fortezza nel pensare, fortezza nel fare, perseveranza sempre: quello è assicurato da quattro chiovi, per dichiarare che quattro sono i nemici da vincere, quelli dell'onore, quelli del nome, quelli del potere, quelli della religione.

e vibra l'asta avvelenata ai terghi! O Maschera, o Buffon'! Non stanno usberghi al tuo bastone incontro; e tirso e scettro e caduceo qui cadono. Battaglia sommuove dalle corde alacre il plettro, assuete ai madrigali: la zagaglia prova alla punta e aspetta; oh tardi forse?.... L'annuncio è dato e gi

Invano ti adopererai tenerti a sinistra, tu ti troverai a destra, se così fu scritto nei cieli; e da che la resistenza non giova, il meglio è lasciarmi ire ciecamente nelle braccia della sorte che governa i miei giorni.» E gittava l'asta, e risoluto come colui ch'era ormai disposto ad affrontare ogni più dura occasione, si pose dietro alla sua scorta, e la raggiunse alla uscita della volta.

A lui dinanzi sta genuflesso il doge che stringe l'asta del vessillo che gli svolazza sul capo ed è sormontata da una croce sporgente dal cerchio di perline che chiude le due figure. Chiude il campo un giro di perline, oltre il quale è l'epigrafe PROVINCIJS MARITIMIS DATVM. Nell'esergo * XII *.

Di nuovo l'asta Bradamante mosse, e Marfisa di nuovo andò sozzopra. Ben che possente Bradamante fosse, non però a Marfisa era di sopra, che l'avesse ogni colpo riversata; ma tal virtù ne l'asta era incantata.

Il Manforte schivò il colpo, e quando Ghino fu trascorso gli trasse dietro la mazza d'arme, ma non lo colse. Ecco che Ghino, riabbassata l'asta, sprona di nuovo contro Monforte; questi con fermo volto, e col cuore tremante, attendeva a ripararsi, allorchè un suo scudiere si precipita alle spalle di Ghino, e lancia una zagaglia, che passando l

TRINCA. Veramente, carico delle vostre atlantiche spalle. Ma dove è la vostra bravura? come nebbia, il vento l'ha portata via, e s'è sparita. TRASIMACO. Fortuna cagnaccia! Orlando non volea combatter se non con un solo; e io aver cento assassini sopra! TRINCA. Non fu piú di un solo. TRASIMACO. Fur piú di cento con l'arme in asta. Trinca. Non vi fur arme, solo l'asta.