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Di lor presso ch'estinti alta speranza Giunse AMEDEO, che di Savoia in fronte Porta corona, e di sua gran possanza Van mille prove glorïose e conte; Pur io su Rodi a l'infernale usanza Volea rinovellar tormenti ed onte, E farla campo a falciator di biada, E vibrasse AMEDEO l'asta e la spada: LVI

101 Con Marfisa la giovane di Francia spinge a un tempo il destrier, Ruggier resta ma con tanto valor corre la lancia, che sei, senza levarsela di resta, n'uccide, uno ferito ne la pancia, duo nel petto, un nel collo, un ne la testa: nel sesto che fuggia l'asta si roppe, ch'entrò alle schene e riuscì alle poppe.

Offre nel campo del diritto la figura stante del doge che tiene il vessillo, e intorno a cui è la scritta . LEONAR . LAVREDAN .; il titolo DVX è in caratteri verticalmente disposti lungo l'asta; dietro al doge le sigle BM in alcuni esemplari, ed in altri AB. Nel rovescio il San Marco in soldo attorniato dalla consueta leggenda + . S . MARCVS . VENETI . è chiuso in un ornamento di perline quadrilobato.

Tutta la gente si scoprì, voltando il capo verso la bandiera nazionale che discendeva, distesa e flagellata dal vento, lungo l'asta. Luigi Carleoni, subitamente fermatosi sul boccaporto, restò col berretto in mano più che tutti gli altri, guardando verso la poppa, verso la terra svanente nell'ombra del rapido crepuscolo. Le precauzioni non erano soverchie.

L'attraction, sulla piattaforma del misuratore con l'asta che discendeva sulla testa, era don Davide, il quale, tra noi, aveva raggiunto l'altezza massima. Sul misuratore, con le cosce voluminose e la grandiosit

colmo Araspe di soverchio ardire Porgea consiglio e su la guancia sparto Egli avea fiamme; indi secondo a dire Con tranquillo parlar sorse Giassarte: Se di mortal guerriero orgogli ed ire, E di battaglie esperienza ed arte Ne chiudesse a vittoria oggi la strada, Io vorrei l'asta ed adoprar la spada.

È innegabile che Ferruccio lo teneva piuttosto male, costretto com'era a camminare in punta di piedi per non parer meno alto della cugina. Per peggio tirava vento, e ogni tanto una raffica faceva piegare l'asta ora da una parte, ora dall'altra. Io faccio la doccia dal lato destro, osservò Cecilia. E io dal lato sinistro. Vuoi lasciar provare a me? disse la giovinetta. Lasciarti l'ombrello?

A questi detti Alceo soggiunse: avvegna Che debba oggi Ottoman perder suo vanto, E mirarsi atterrar ciascuna insegna, Di forza ha l'asta d'AMEDEO cotanto, Par tuttavia, che paventar convegna Non trovi un giorno Rodi ultimo pianto, E sotto Turchi non trabocchi al fine, l'armi impetuose ella ha vicine.

L'asta dell'arcivescovo lambe il collo del principe, sguizzando sulla polita spalliera, e va a ficcarsi nell'estremo della groppa al cavallo; quella di Gisulfo passa Alfano da parte a parte dal petto, lo ribocca, spezza le cinghie della sella, gli fa perder le staffe, e sollevandolo di peso così infilzato, trascorre l'arena, trascinato dal cavallo furioso per la ferita, e va a gittarlo sotto la bigoncia dei commissarii.

«L'armatura, Cavaliere, l'armatura....» «Che debbo farmi dell'armatura? il mio nemico è invincibile; l'asta e la spada non valgono contro di lui; egli combatte con la volont