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L'alto AMEDEO, nel cui valor ti fidi, Ben contra Turchi, egli dicea, fu franco; Ei caccionne gran turba inverso i lidi, Le lor vestigia a seguitar non stanco; Vidi, che 'n fuga ei li disperse e vidi Che su l'arena gli trafisse, ed anco Ch'ei si spinse nel mar, folle consiglio, Che con immenso ardir sempre è periglio.

I n questo l'alto padre piú adirato V er' me ch'abbello i visi e i cuor inaspro S culpendo lor di porfido e diaspro, T olse 'l bel spirto e l'ebbe incatenato I n quelle belle membra ove soggiorno. N on fa soperbia mai, non schivo sdegno, A nzi è d'alte virtudi un vaso pregno. I l nome suo dal ciel in terra stette.

42 Tosto che la donzella più vicino vide Rinaldo, e conosciuto l'ebbe (ch'avea notizia d'ogni paladino), gli disse una novella che gl'increbbe; e cominciò: Signore, il tuo cugino, a cui la Chiesa e l'alto Imperio debbe, quel gi

Deh se ne l'alto ciel fatto hai ritorno, Mio pronto cor, deh tua piet

S'io son d'udir le tue parole degno, dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra>>. <<Per tutt'i cerchi del dolente regno>>, rispuose lui, <<son io di qua venuto; virtu` del ciel mi mosse, e con lei vegno. Non per far, ma per non fare ho perduto a veder l'alto Sol che tu disiri e che fu tardi per me conosciuto.

Sternilmi tu ancora, incominciando l'alto preconio che grida l'arcano di qui la` giu` sovra ogne altro bando>>. E io udi': <<Per intelletto umano e per autoritadi a lui concorde d'i tuoi amori a Dio guarda il sovrano. Ma di' ancor se tu senti altre corde tirarti verso lui, si` che tu suone con quanti denti questo amor ti morde>>.

114 Quivi era la Discordia impaziente, inimica di pace e d'ogni triegua; e la Superbia v'è, che non consente vuol patir che tale accordo segua. Ma più di lor può Amor quivi presente, di cui l'alto valor nessuno adegua; e fe' ch'indietro, a colpi di saette, e la Discordia e la Superbia stette. 115 Fu conclusa la triegua fra costoro come piacque a chi di lor potea.

Tutto di raggi orribilmente adorno Fra' turbati guerrier sangue diffonde, E l'alto Dio da l'immortal soggiorno Pur tuona, e d'atri nembi il polo asconde. A l'immenso fragor mugghiano intorno Le valli, i campi, le montagne e l'onde. Turbasi l'aria, e ne rimbomba il cielo: In fra i Turchi ogni cor s'empie di gelo.

E ognor t'inoltri con l'accesa torcia, Infaticabil cercatore ardito, E rischiarato dal fulgente genio Mostri un regno infinito. Era una notte chiara e tropicale. Nell'aria torrida Passava un soffio di languor letale, Afrodisiaco. Sul mar brillava un luccichìo di fosforo, Misterïoso; Parca forier di cósmiche battaglie L'alto riposo,

Poco dopo, quattro individui discesero nella mia gondola, staccarono gli uncini, e mi ordinarono di calare verso gli orti Balzaretti. Nell'atto di pagarmi, gli sconosciuti mi imposero di tornare la sera appresso in quel medesimo luogo, donde sarebbero ripartiti per l'alto colla mia gondola. Promisi e tenni parola.