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Ed il vescovo di Bovino essendosi messo sul punto di scrivere ad un bel tavolo di larice intarsiato di avorio che occupava il mezzo del padiglione, Roberto a voce ferma ed alta dettò: 1. La citt

In mezzo era il pianoforte, il clavecin, come dicevasi allora. Anch'esso, come il resto dei mobili, era della forma empire, alto e stretto, di un legno chiaro tutto intarsiato.

Adesso, caro Giovanni, prima di metterci a tavola, berremo l'amaro "Etneo". È un regalo del Florio, il buon Florio. Florio e Rubattino!... Nora portò innanzi al Casalbara, un piccolo tavolinetto intarsiato, colla bottiglia dell'amaro, coi bicchierini di cristallo, e cominciò a versare.

Nel salotto, sul tavolo di legno intarsiato e ornato di borchie metalliche, il ritratto della baronessa Costanza stava esposto, insieme con altri di famiglia, nel porta-ritratti di peluche rosso aperto a foggia di paravento. Egli le diceva: Guarda dunque: questa non sei tu, è un'altra donna, completamente diversa.

Di tutta la scena con Fulvia non ricordava che il titolo del libro che aveva visto sul tavolino d'ebano intarsiato, e l'oscura domanda di lei: "È vero che non avrai per me dei segreti?" S'incamminò, senza volerlo, verso la Galleria.

Era un salotto capace, coll'altissima soffitta di travi maestrevolmente intagliate e dorate; le pareti coperte di corami a rilievi di colori e oro; un tappeto orientale era steso sul pavimento; un fino cortinaggio di damasco cremisino ondeggiava sopra gli usci, e innanzi alle spaziose finestre, fra' cui telaj arabescati, e i piccoli vetri rotondi penetrava la luce temperata. Sul vasto focolare lentamente ardeva un ceppo intero, diffondendo un tepore ancora gradevole in quella prima stagione. Macchinosi armadj di noce ed eleganti stipi di ebano intarsiato ad avorio, e messi ad argento e madreperla, erano addossati alle pareti: qui e qua alcuni tavolini, e qualche gran seggiola a bracciuoli ed orecchioni, somiglianti a quelli che oggi la comodit

Noi abbiamo le medesime folli e ammalate inclinazioni per i fiori rossi del papavero, per le cose cupe e tragiche, per i tramonti incendiati, per le albe sanguigne, per gli azzurri oltremarini, per le maremme pestilenziali sotto il sole, per i profumi violenti, per l'oro intarsiato che pare scorrere, fluido, liquido, sul fondo nero della lacca, per i grilli sfiniti che muoiono d'amore nel solco fumicante, per le farfalle nere che si abbruciano intorno al lume.

Dalla sala sontuosa adiacente a quella da pranzo, i due amici rimasti soli passarono nell'appartamento privato, composto di tre stanze: una da letto, un gabinetto per vestirsi ed uno studio. Entrarono in quest'ultimo. Era una stanza molto alta in proporzione della sua grandezza, dalle pareti e dalla volta ricoperte di velluto celeste, circondata su tutti gli angoli da una cornice nera intrecciata che seguendo poi l'arco della vôlta si riuniva nel mezzo al punto più alto in un rosone. Due pareti erano ornate da quattro magnifici dipinti di maestri della scuola Veneta; una larga finestra s'apriva sulla terza parete e su quella del fondo ammiravasi uno specchio circondato da una cornice in legno nero scolpita di un magnifico disegno barocco; sotto a questo un camino in marmo nero con un gran fuoco, una scrivania coperta di libri e carte, una libreria d'ebano intarsiato d'avorio, dei mobili di velluto celeste, bassi, soffici, orientali, una gran tavola coperta di mille ninnoli, di fiori, di miniature; qua e l