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Forse non si può esserlo davvero. Sotto la pressione di queste idee De Nittis si sentiva ingrossare nel cuore un'onda di pianto. Mentre tutti gli uomini prendono radice nelle proprie posizioni, egli era vissuto dovunque al bivacco: aveva abitato come straniero presso parecchie famiglie nei primi tempi della sua carriera professorale, aveva veduto rinnovarsi ogni anno intorno alla cattedra gli studenti presso a poco come un viaggiatore, mutando albergo, trova sempre nuovi ospiti. Egli si ricordava le desolate malinconie di tanti giorni, quando soffocato dalla solitudine della propria stanza era costretto ad uscire per le strade cercando indarno qualcuno, a cui interessarsi. Era solo. Tutti gli passavano vicino preoccupati dei propri interessi, travolti da passioni effimere ma assolute, che riempivano il loro egoismo. Il loro saluto tradiva sotto l'amabilit

E poichè siamo all'eloquenza politica diamo uno sguardo alla letteratura. Raffiguriamoci una sala di Accademia piena di confusione e di strepito. Una folla di poeti, di romanzieri e di scrittori d'ogni natura, aventi quasi tutti qualcosa di francese nel volto e nei modi, benchè studiosissimi tutti di non lasciarlo parere; leggono e declamano le opere loro, facendo gli uni a soverchiar la voce degli altri, a fine di farsi sentire dal popolo accalcato nelle tribune; il quale, dal canto suo, bada a legger le gazzette e a disputar di politica. A quando a quando una voce vibrata e armoniosa vince il tumulto; e allora cento voci, prorompono insieme in un canto della sala, gridando: È un carlista! e una salva di fischi tien dietro alle grida; oppure: È un repubblicano! e un'altra salva di fischi, da un'altra parte, soffoca la voce vibrata e armoniosa. Gli accademici si tirano dei giornali rappallottolati, si urlan l'un l'altro nell'orecchio: Ateo! Gesuita! Demagogo! Neo-cattolico! Banderuola! Traditore! A tender ben l'orecchio verso quei che leggono, si colgono strofe armoniose, periodi ben torniti, frasi potenti; il primo effetto è gradevole; son davvero poesie e prose piene di calore, di vita, di sprazzi di luce, di felici comparazioni tolte da tutto quello che splende e che suona nel cielo e sul mare e sulla terra; e ogni cosa vagamente lumeggiato di colori orientali e riccamente vestito di armonie italiane. Ma ahimè! non è che letteratura per gli occhi e per gli orecchi; non è che musica e pittura; raramente la musa, in mezzo a un nembo di fiori, lascia cadere la gemma d'un pensiero; e di codesta pioggia luminosa non rimane che un leggiero profumo nell'aria, e l'eco d'un lieve mormorio nell'orecchio. Intanto, s'odon nella strada grida di popolo, colpi di fucili e suon di tamburi; a ogni tratto, qualche artista diserta l'arringo, e va a sventolare una bandiera tra la folla; spariscono a due, a tre, a frotte, e vanno a ingrossare il drappello dei gazzettieri; lo strepito e la vicenda continua degli avvenimenti, distolgono i più tenaci dalle opere di lunga lena; invano qualche solitario nella folla grida: In nome del Cervantes, fermate! Alcune voci potenti si sollevano al di sopra di quel gridìo; ma son voci d'uomini raggruppati in disparte, molti dei quali in procinto di partire per un viaggio senza ritorno. È la voce dell'Hatzembuch, il principe del dramma; è la voce del Breton de los Herreros, il principe della commedia; è la voce dello Zorrilla, il principe della poesia; è un orientalista che si chiama Gayango, un archeologo che si chiama Guerra, un commediografo che si chiama Tamayo, un novelliere che si chiama Fernand Caballero, un critico che si chiama Amador de Los Rios, un romanziere che si chiama Fernandez y Gonzalez, e una schiera d'altri ingegni arditi e fecondi; in mezzo ai quali è ancora viva la memoria del gran poeta della rivoluzione, Quintana; del Byron della Spagna, Espronceda; d'un Nicasio Gallego, d'un Martinez della Rosa, d'un duca di Rivas. Ma il tumulto, il disordine e la discordia invadono ed avvolgono, come un torrente, ogni cosa. E per uscir di allegoria, la letteratura spagnuola si trova in quasi eguali condizioni della nostra: una schiera di illustri che declinano; ma che ebbero due grandi ispirazioni: o la religione o la patria, o entrambe; e che però lasciarono un'orma propria e durevole nel campo dell'arte; e una schiera di giovani che vengono innanzi a tentoni, domandando che cosa hanno da fare, piuttosto che facendo davvero; ondeggianti tra la fede e il dubbio, o aventi la fede senza il coraggio, o non avendola, indotti dall'uso a simularla; malsicuri anch' essi della propria lingua, e titubanti fra le Accademie che gridano: Purezza! e il popolo che grida: Verit

I cavalli, che dagli antichi erano chiamati i "piedi degli scacchi", occupavano uno l'estrema destra, l'altro l'estrema sinistra; due pedoni erano andati ad ingrossare da una e dall'altra parte l'avamposto segnato dalla pedina del re; la regina minacciava da un lato, l'alfiere di re dall'altro lato, ed il secondo alfiere teneva il centro davanti due passi del re e dietro le pedine.

Gongolante, orgoglioso, egli non avvertiva però che i rivali da lui messi in fuga correvano ad ingrossare le file gi

L'artista, in un cattivo momento chi non ne ha nella vita? aveva ceduto a un impeto di sdegno, che egli, con la focosa natura meridionale, si era compiaciuto subito di ingrossare. Aveva fatto sembra come il proverbiale compare della mula di cui parla un aneddoto siciliano. Costui andando a chiedere in prestito una mula da un suo compare, riflette per via che questi trover

Grande è l'importanza della catena che abbiamo passata ieri per l'orografia d'Abissinia. Presa infatti a considerare questa in blocco, vi troviamo il gruppo del Semien e la catena del Lasta che formano da spartiacque, dando origine verso sud ai torrenti che vanno ad unirsi all'Havasch che va a scendere nelle provincie dello Scioa, e verso nord ai torrenti che vanno ad ingrossare il Nilo; questi poi possiamo dividere in due categorie, la cui distinzione è appunto dovuta alla cresta di Wogara che ieri attraversammo, e questa cioè d

Frattanto il comitato d'insurrezione rivolge un appello ai fratelli italiani, chiedendo il loro soccorso; e insieme agli emigrati romani, che si affrettano a rientrare nel loro paese, dei giovani animosi d'ogni parte d'Italia corrono ad ingrossare le file degli insorti.

Il giorno dopo di quel fatto, all'alba, vidi una linea biancastra all'estremo dell'orizzonte sul mare, lontanissima, immobile. Vidi poi a poco a poco questa linea ingrossare da un lato, diminuire dall'altro. Percepii alcuni vaghi contorni di montagna. Era la terra, e quale terra? Lo ignoravo; pure m'invase una gran gioia. La terra mi rappresentava una meta qualunque e ciò mi bastava per rasserenarmi. In quella meta io costruivo gi

Dopo mezz'ora di cammino, incontrammo un altro drappello, colla bandiera rossa, comandato pure da un vecchio caid, che s'unì al primo; e via via, andando innanzi, altri gruppi di quattro, otto, quindici cavalieri, ognuno colla bandiera, che vennero tutti a ingrossare la scorta. Quando la scorta fu completa, cominciarono le solite cariche.

Avendo promesso di dare in questa nostra edizione l'una e l'altra Amedeide, e non volendo ingrossare il volume, si è pensato di collocare appiè di ogni canto della maggiore tutte le variet