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La Contessa diceva che la bambinaia era indolente, disordinata, che non aveva cuore, pulizia; e siccome Agnese si crucciava e appariva mesta e mortificata, la sgridava di più, perchè metteva il muso.

Venga con me. Caffè latte e panettone è una colazione da papa! E sempre sorridente, movendosi indolente colla persona grassa e rotonda dappertutto, passò in cucina seguita da Nora. Anche Numa, saltò giù dalla tavola e le tenne dietro, silenziosamente, fregandosi contro le sue sottane e rigirando alta la coda con tutto uno stiramento sonnacchioso.

Essi erano stanchi di tutte le cose vedute. Nessuna veniva, di tutte le cose sognate. La vita, come una straniera dal freddo sorriso indolente, ignota passava, fra gente ignota.

Entro con Raby in un vicoletto. Fra due casupole troviamo la vetturetta. Sul sedile, una gabbia di legno bianco contiene i quattro colombi viaggiatori, che tubano. Il sole tiepido di questo pomeriggio alleggerito da una brezza indolente e soddisfatta inebria i quattro colombi. Due, candidi. Uno col collo sfumato azzurro-viola. Il quarto brizzolato.

Mentre Nancy, come una principessina indolente, sorbiva col dito mignolo in aria, il suo cioccolatte, Adele apriva la corrispondenza. Leggeva ad alta voce anzitutto i ritagli di giornale che parlavano di Nancy; poi le domande di autografi, che venivano accuratamente messe da parte. Di queste s'incaricava Adele, che, secondo lei, scriveva l'autografo di Nancy meglio di Nancy stessa.

Lavinia gli si fece vicina, piede innanzi piede, trattenendo il respiro, poi, improvvisamente gli chiuse gli occhi con le mani: Ah!... siete voi? Il buon Michele prese un'aria trasognata, che parea venisse allor allora dall'altro mondo. No, sai, è stato il babau e la contessa, ridendo, andò a rannicchiarsi, co' suoi atteggiamenti di gattina indolente, in un cantuccio in fondo del canapè.

Ma venne il dottore con un silenzioso saluto a liberarmi. Muti scendemmo le scale, muti ci avviammo su per lo stradone: egli col solito suo passo tardo indolente: io costretto, fremendo, a frenare il mio che s'affrettava. Pure svoltammo, lassù; e scoprimmo il fanale, e la macchia biancastra della villa, e la finestra illuminata e sconsolata.

Il principe non comportava molto di buon animo il vivere in tal soggezione: ma avea una cortesia raffinata: amava Enrica: e ad irritarlo sarebbe occorso qualche serio oltraggio, la convinzione profonda che Enrica non rispettasse il nome di lui. Allora egli, elegante, indolente, affabilissimo, motteggiatore, sarebbe stato capace di tutto.

Quanto al morale, era quieto, con intelligenza sufficiente ai suoi bisogni, piuttosto insipido e assai indolente. Il matrimonio ebbe luogo e fu come tutti i matrimoni, e seguito da un breve viaggio come tutti i viaggi di nozze e da una luna di miele delle più abituali. Al ritorno la nostra eroina, che ora potremo chiamare contessa, era molto cambiata.

La poetica affezione, ch'egli nutriva per la duchessa, lo avvalorava ne' suoi proponimenti. Sapeva quanto il sagrifizio lo avrebbe nobilitato agli occhi di lei. Ed Enrica? Essa, dopo un'affannosa ammirazione per il marito, era tornata alla sua vita indolente, bizzarra, irrequieta.