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Falco erasi soffermato e stava immobile appoggiato al suo moschetto mirando quel tremendo spettacolo: luccicavano allo splendore dell'incendio il suo giaco di maglia e la rete d'acciaio, ed i suoi lineamenti, improntati d'una selvaggia fierezza, prendevano dal colore delle fiamme un aspetto straordinario, che avrebbesi potuto rassembrarli a quelli d'uno spirito infernale apparso a contemplare una scena di desolazione.

Si risollevarono nel mio spirito alcuni frammenti della scena singolare accaduta un anno innanzi; e rividi Giuliana in quella luce dorata e tepida, in quel profumo così molle, in mezzo a tutti quelli oggetti improntati di grazia feminile, dove il fantasma della melodia antica pareva mettere il palpito d'una vita segreta, spandere l'ombra d'un non so che mistero.

Fu a Parigi, in quei cinque mesi di vita condivisa, in mezzo alle agitazioni dell'arte e della politica, che io ebbi campo di ammirare i molteplici talenti del Rota, come anche i suoi nobili slanci patriottici. Era un italiano come pochi ve ne hanno. Con quel suo temperamento vulcanico egli era moderato. Amava l'Italia come un giovane di diciotto anni; ma era questa la sola passione colla quale egli era in grado di ragionare e di discutere. I suoi giudizi sugli uomini e sugli avvenimenti politici dell'epoca erano improntati da un buon senso che faceva stupire. Dopo le controversie al teatro dell'Opera, egli aveva perduto la protezione del ministro Fould e di altri personaggi influentissimi che in sulle prime gli si erano mostrati benevoli. Non restavagli che un solo amico, un solo difensore, e questi era uno sfegatato legittimista, il Conte di Monguyon, gran dilettante di teatri e amico intimo del Conte di Morny. Noi ci recavamo ogni mattina a visitare quel benevolo personaggio nel suo vecchio palazzo al sobborgo San Germano, e l

Il re, con la Marchesa, come i cortigiani chiamavano la Pompadour, vi andavano spesso, preferendo i giardini di Lenôtre al Louvre; e in quello splendido soggiorno, ancora tutto pieno delle memorie del gran re e del gran secolo, le feste si succedevano, una più variata dell'altra: balli, ricevimenti, caccie, recite, e frammezzo a tutto questo, i facili intrighi, improntati della leggerezza del tempo, si legavano, rompevano e riannodavano incessantemente.

Poche sere dopo ciò ch'è stato narrato, le sale di Versailles si aprivano ad un ballo sontuoso. Le sale di Diana e d'Apollo, quelle della Primavera e delle Muse, e tutti que' magnifici appartamenti, improntati del marchio di mitologia galante che Luigi XIV aveva posto su tutto, erano illuminati a far impallidire il sole.

Per prima cosa entrai nell'immenso palazzo coperto delle «sezioni straniere» e mi trovai in mezzo al magnifico disordine dell'Esposizione d'Inghilterra. Qui la prima idea che passa per il capo è di voltar le spalle e di tornarsene a casa. Il primo giorno si passa fra tutte quelle meraviglie inglesi con una indifferenza di cretini. Si gira per un pezzo in mezzo ai cristallami purissimi, alle ceramiche, alle orerie, ai mobili, a oggetti d'arte improntati delle ispirazioni di tutti i tempi o di tutti i popoli; frutti dell'ingegno e della pazienza, che riuniscono la bellezza e l'utile, e accusano il lusso severo d'un'aristocrazia straricca e fedele alle sue tradizioni, e l'osservazione variatissima di un popolo sparso per tutta la terra; e qui si sente l'aria delle grandi officine di Manchester, l

Il primo risultato che si ha dalla osservazione dei fatti è significativo: nella provincia di Messina ed in alcune parti della provincia di Catania dove predomina una mezzadria meno adulterata e forme di contratti agrarî relativamente eque, dove i rapporti tra le varie classi sociali sono improntati ad una certa umanit

Quella donna ammirabilmente bella, quel cavaliere di Malta dai tratti regolari, fortemente improntati e severi, quel bell'ufficiale, che accarezzavasi preoccupato i baffi fini e nerissimi, formavano un quadro, che avrebbe impressionato qualunque immaginazione. Quanti si sarebbero soffermati ad osservarlo, trattenendo il respiro, per tema di vederlo svanire al menomo soffio!

Ed era ben ridicola cosa vedere come, per esser cosí tonde e ben fatte a paragone de' piccioli reali di Spagna, mal tagliati e peggio improntati, i turchi piú volentieri ricevevano quelli che questi, dicendo che quelli di Francia erano intieri e non erano stati tosati come quelli di Spagna. Gran carestie di bilance!

Che farò senza Euridice? In quella luce dorata e tepida, in quel profumo così molle, in mezzo a tutti quegli oggetti improntati di grazia femminile, il fantasma della melodia antica pareva svegliare il palpito d'una vita segreta, spandere l'ombra d'un non so che mistero. Com'è bella l'aria che tu cantavi dianzi! io dissi, obbedendo all'impulso che mi veniva dalla inquietudine.