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Fra i tristi cuori ond'era impietosita S'annovravano quei delle infelici, Che, sebben colpa in lor venga punita Da universale scherno e leggi ultrici, A risorgere ancor bramano aïta, E affetti serban di virtute amici: Men proprii falli che gli altrui talvolta Più d'una d'esse han nell'obbrobrio avvolta,

Quando, entrata nella camera dov'egli passeggiava in tanto disordine, s'accorse del quanto egli era stravolto e contraffatto, tutta spaventata gli domandò che fosse.... Il Palavicino a tutta prima non rispose, poi diede a leggere il foglio alla duchessa. O povera sventurata, disse questa tutta impietosita, letta che l'ebbe; e così, Manfredo?

La misera moglie, impietosita, fattasi forte, prese la penna, e gi

La vecchia, fingendosi impietosita, rispondevale ch'era ben giusto, e che fra poco sarebbe venuta a prenderla una brava persona sua conoscente, per accompagnarla presso alla sua mamma.

Potesse nella calma che in amore Segue la torbida Divina ebrezza che fa l'uomo altero E gli fa rinnegare ogni dolore. Oh! se trovasse in mezzo al suo sentiero La mesta e giovane Castellana sognata lungamente Nelle malsane gioie del pensiero, Superba e di bellezza risplendente, Ma resa languida E impietosita da un accento vero, Dal suo liuto o da un sospiro ardente,

Cecilia lasciò che due lagrimoni le cadessero giù per le guance. Si sentiva impietosita e commossa per quella donnina che cantava così mestamente, pel suonatore dell'organetto, per stessa che si maritava, per la zia che era vedova e leggeva Diane de Lys, e forse più di tutto per quel ventaglio nero che si rimaneva tranquillo e silenzioso nel vano del balcone. Tutto ciò durò poco. L'organetto suonò il Funiculì-funicul

«Povera signorina! sclamava la cascinaia impietosita e sciugandosi gli occhi col grembiale, stette a udire gli ordini che le dava il padrone, per la colazione delle signore; uova, cacio, latte. Poi fece vedere una focaccia cavata allora di sotto la cenere, avvolta in un mantile bianco come la neve, e cotta proprio per esse; che venendo alla villa solevano chiederle sempre di quella sorta di pane.

La salute ne soffriva, l’asma gli s’era fatta più forte e frequente, non parlava più, non scendeva in cortile che per traversarlo e portare al caffè, nel piccolo crocchio taroccante, i rancori che in forma di scherni stentati gli uscivano dall’animo. Gin, impietosita, stava meditando una confessione generale, sperandone pace.