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E veramente, egli non aveva avuto mai nella sua vita un giorno come quello. «Il n'y a pas de grand homme pour son valet de chambre» fu detto argutamente da un gentiluomo di Francia; noi potremmo aggiungere non esserci grand'uomini dinanzi all'amore, il quale non è servo, pur troppo, ma signore di tutti.

A chi gli avesse fatta osservare quest'ultima contraddizione e cioè, ch'egli fosse sortito da natura per essere piuttosto quello che i Francesi chiamano un homme de loisir che un gran lavoratore egli avrebbe recisamente negato, e gli avrebbe risposto che nessuno forse, a questo mondo, s'era meno divertito di lui, e nessuno poteva vantarsi di avere lavorato più di lui. E bisognava credergli. Ma è da notare che, prima la spinta della necessit

Ogni rapporto con un giovine così chiuso tornava un po' imbarazzante alle nature semplici, graduali, come per esempio il bravo vescovo Wessenberg. Chi guardava più sotto, come il generale Dufour, ravvisava, dietro il riserbo tranquillo e dolce, una perseveranza ferrea; e non tardava a sperimentare, che il principe era effettivamente quello che lo zio chiamava un homme carré, e che l'arditezza dei suoi disegni faceva equilibrio con la tenacia della sua volont

La sera, all'albergo, trovai un capomatto di francese che credo non abbia mai avuto l'uguale sotto la cappa del cielo. Era un uomo sulla quarantina, con uno di quei visi di pasticciano che dicono: Son qui, gabbatemi; negoziante, da quanto mi parve, agiato, il quale era giunto poco innanzi da Barcellona, e doveva ripartire il giorno dopo per San Sebastiano. Lo trovai nella sala da pranzo, che raccontava i fatti suoi a un crocchio di viaggiatori, i quali scoppiavano dalle risa. Mi cacciai nel crocchio, e sentii la storia anch'io. Costui era nativo di Bordeaux, e viveva da quattro anni a Barcellona. Aveva abbandonato la Francia, perchè gli era fuggita la moglie, insalutato ospite, avec le plus vilain homme de la ville, lasciandogli sulle braccia quattro ragazzi. Dal giorno della fuga non ne aveva più avuto notizia; chi gli aveva detto che era andata in America, chi in Asia, chi in Affrica; ma erano state tutte congetture senza fondamento; da quattro anni egli la considerava come morta. Un bel giorno, a Barcellona, trovandosi a desinare con un suo amico marsigliese, questi gli disse (ma bisognava vedere con che comica dignit

[Nota 47: In altro canto: Sette fratelli come sette abeti. Anco dai Greci moderni l'uomo è paragonato spesso ad un albero alto e diritto, come sarebbe il cipresso. Una canzoncina nuziale albanese, raccolta da G. JUBANY (Trieste, 1871, p. 109), dice della sposa: Ha la statura come il cipresso. Nel Libro dei re di Firdusi questo paragone è frequentissimo. Homme grand comme un pin du dèsert, comme un sapin du marais. Vedi Kalevala, runo 48 (traduz. di L. L

Egli teneva ad occupare il posto che si era conquistato fra i suoi colleghi; era conscio del proprio valore, ma dal suo animo non trapelava un'ombra di vanagloria. Era altero , ma non presuntuoso; non si diede mai il caso che s'impermalisse del successo di altre guide. Il sentimento che egli provava di stesso era alterezza, non alterigia, come alcuni invidiosi gli rimproveravano. D'altronde «noblesse oblige»; e «on n'est pas un grand homme

Pour nourrir une fleur de tout mon sang dispose, Si quelque fleur au monde aspire un suc pareil; Tu peux tuer un homme au profit d'une rose, Toi qui, pour créer l'homme, éteignis un soleil.

Ah ah! bravo, Ariberti! Non saresti mica un cannibale? Non date retta; sono invenzioni di Vigna. E così dicendo, Nicolino Ariberti dava all'amico imprudente certe occhiate feroci, che mal per lui se avessero avuto la virtù di quelle di Medusa. Eh bien, vous vous troublez, jeune homme? entrò a dire il Candioli piantando la sua lente. Ma foi, non avreste avuto torto; la marchesa è un morceau de roi.