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Oh! la crudele parola!.. Oh! la bruttissima prosa dopo tante ore di non interrotta poesia!.. Ci guardammo in faccia l'uno l'altro! Che una donna gravida non vegga mai, per l'amore dei suoi futuri nati, delle fisonomie come avevano in quel momento, i miei compagni... Le nostre risorse erano tanto limitate, che se noi ne fossimo usciti puliti, ci era di che attaccare un voto.

Hanno seguito l'esempio del Capo... si nascondano anche loro... o che vorrebbero comprometterci tutti col rimanere in così pochi sul ponte? Ci guardammo difatti e con nostra sorpresa il brulichìo che ci eravamo abituati a vedere, era scomparso e tutti i nostri compagni, come per incanto, si erano dileguati.

Noi trasalimmo, come ad un avviso misterioso de la terra; e, muti, impallidendo ci guardammo in viso. Poi prendemmo sentieri sconosciuti. I pioppi nudi e senza movimento parevan candelabri alti d'argento; ed i lauri fremean come leuti. Oh ne la valle concava d'Orlando inaspettata vista del tesoro!

Sei tu? balbettò, tanto piano che a pena l'udii, mentre le labbra nel muoversi le si scoloravano: divenuta a un tratto, dopo il sussulto, più rigida di un'erma. E ci guardammo, l

Noi ci guardammo tutti in faccia come spaventati. Non lo avevamo mai veduto con gli occhi stralunati e le guance convulsionate dallo sdegno. Calmatevi, don Davide. Anche il direttore dopo avere veduto che mi aveva indignato mi ha detto di calmarmi. Non si è più padroni di quando ci si dicono certe cose!

Ma non gli ho raccontato il meglio, riprese asciugandosi le labbra col rovescio della mano. Ci alzammo da tavola. Don Peppino dette la mano alla sua favorita, e invitò i compagni a fare altrettanto con le loro belle. Andavano a fare una passeggiata nel bosco, ci dissero, e partirono senz'altro. Restammo io, compare Nino, Mistretta, Biggica e altri, si figuri come. Ci guardammo negli occhi.

Io e Giuliana ci guardammo, ambedue ansiosi. Poi parlammo del domani, dell'ora in cui ella avrebbe potuto alzarsi, di tante minute particolarit

Cataldo stese la sua lentamente e la posò sulla mia. Ci guardammo. Egli mormorò: Povero Vittorio!... E perchè? Che volete, il vino mi diventò triste, all'improvviso... Dunque partite? ... parto. Quando? Domani. Eravamo nel giardino, Carolina ed io, soli. Perchè ci lasciava soli, Cataldo?

Guardammo: in quella miserabile stamberga difatti noi non scorgemmo che un meschino lettuccio, su cui era disteso un bel giovine dalla barba bruna, probabilmente lo zuavo, il quale aveva tuttora il braccio al collo; una vecchiarella sdraiata su di un pagliericcio alzò la testa al nostro arrivo e ci guardò con occhi stralunati.

Il vecchio fiume balzava, tutto bianco, irrompeva, accelerando la corsa verso i luoghi dove gli sarebbe stato possibile allargarsi immortale e magnifico.... Anche oggi, mentre scrivo, il Reno ulula così sotto quei monti; ma chi lo guarda cogli occhi amorosi coi quali noi lo guardammo?