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A te, guardaboschi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno!» «E il sangue che fumava ed ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! Ai galantuomini. Ai cappelli! Ammazza! ammazza! Addosso ai cappelli!»
Pietro, il vecchio servitore lasciatovi alla custodia, vi abitava solo, e col lungo starvi aveva finito a far quasi parte della villa egli stesso. In quella solitudine era divenuto taciturno, scambiando solo qualche parola con i guardaboschi ed i contadini. Adorava i suoi padroni e tutti quelli che avevano con essi relazione, e forse più ancora adorava quella casa, cui gli doleva di vedere così abbandonata, quella casa dove aveva passata quasi tutta la sua lunga e monotona esistenza e dove avrebbe certo finito i suoi giorni. Ogni mattina, appena alzato spolverava le vaste sale, come se da un momento all'altro aspettasse l'arrivo di qualcuno, poi girava pel giardino e per il parco, cercando in tutti i modi di riparare alla incuria dei signori, e circondando quel palazzo tutto suo di cure quasi paterne. Vedendolo aggirarsi per i vastissimi appartamenti, a passo un po' incerto ma svelto ancora, con la testa china, incuteva il rispetto dovuto al vecchio ed al solitario; sulla fronte, nello sguardo, nell'atteggiamento, in tutta la sua persona, si scorgeva l'impronta lasciata sull'uomo da una sola idea, e la purezza di coscienza che deriva dalla tranquillit
A te guardaboschi, che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! "E il sangue che fumava e ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! Ai galantuomini! Ai cappelli! Ammazza! Ammazza! Addosso ai cappelli." Vi pare un telegramma da Caltavuturo o da Valguarnera? Ebbene è proprio il principio di una delle Novelle rusticane del Verga.
Fu data subito al barone di B. una forte dose di emetico che gli fece rimettere i frutti non digeriti, e lo liberò dallo spirito della fanciulla. Il cadavere di essa, dal cui seno partivano le radici del lampone, fu dissotterrato e ricevette sepoltura cristiana nel cimitero. Il guardaboschi, tradotto in giudizio, ebbe condanna a dodici anni di lavori forzati.
Ma a quella voce, il barone di B. si spiccò dal quadro, e si slanciò in mezzo alla folla gridando: «Il mio assassino, il mio assassino!» La folla si sparpagliò, e si divise. Un uomo era in terra svenuto quello stesso che aveva gridato il giovane guardaboschi su cui pendevano sospetti per la sparizione misteriosa di Clara. Il barone di B. fu trattenuto a forza dalle sue livree verdi.
Il guardaboschi rinvenuto domandò del magistrato, cui confessò spontaneamente di aver uccisa la fanciulla in un eccesso di gelosia, e di averla sotterrata in un campo, precisamente in quel luogo dove, poche ore innanzi, aveva veduto lo sfortunato barone sedersi e mangiare le coccole del lampone.
Un solo fatto luttuoso aveva, alcuni mesi prima dell'epoca a cui risale il nostro racconto, portata la desolazione in una famiglia addetta al servigio della casa e alterate le tradizioni pacifiche del castello. Una cameriera del barone, una fanciulla che si sapeva aver tenute tresche amorose con alcuni dei domestici, era sparita improvvisamente dal villaggio; tutte le ricerche erane riuscite vane; e benchè pendessero non pochi sospetti sopra uno dei guardaboschi giovine d'indole violenta che erano stato un tempo invaghito, senza esserne corrisposto questi sospetti erano poi in realt
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