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Non aveva ancora terminata l'ultima parola che il suo jatagan sprofondavasi più che mezzo nella gola della greca, facendo uscire uno sprazzo di sangue spumoso. Elenka, colpita a morte, emise un rantolo.

Quando Paride scaraventò il fatal pomo nel consesso delle Dee, egli non si trovava certamente a Pietroburgo, ma in uno dei circoli di latitudine che passano per le tre penisole: la Greca, l'Italiana e l'Iberica, i cui popoli, con tradizioni illustri, con non comune svegliatezza di spirito potrebbero far chiamare le dette penisole teste dell'Europa.

Oltre che, la lingua che Dio e Natura ci ha data non deve, appresso di noi, essere di manco estimazione di minor grazia che la latina, la greca e la ebraica: alle quali la nostra non saria forse punto inferiore se la esaltassimo, la osservassimo, la polissimo con quella diligente cura che li greci e altri ferno la loro. Bene è di inimico chi l'altrui lingua stima piú che la sua propria.

Il dottore collocò Regina in una pensione di damigelle protestanti nel Cantone di Berna. Raccomandò alla direttrice di non cacciar dentro al cervello di sua nipote mitologia, catechismo, storia sacra, storia greca e romana, nulla di quella congerie di stolidezze che s'insegna in Francia alle donzelle.

La pregò di voler accettare un piccolissimo dono: meglio, un ricordo di lui. E le mostrava una testa di giovane greca: una testa ch'egli avea disegnato, colorito, studiando Diana, da lui conosciuta in casa del marchese di Trapani. Era provvidenza, o era un'insidia infernale che, proprio in quel punto supremo, fossero poste sotto gli occhi della principessa le sembianze di Diana, di sua figlia?

Che Iddio ti protegga, sorella, disse Notis gravemente. E che Iddio protegga Abd-el-Kerim, rispose su egual tono la greca. Non dimenticare che muore di fame. Elenka si volse due o tre volte verso le ruine di El-Garch, e le sue labbra s'aprirono ad un sorriso sardonico e quasi compassionevole. Hai torto, fratello, mormorò ella quando perdette di vista le ruine.

Il viaggiatore tedesco sente passare su di il grande soffio della storia e, nello stesso tempo, prova un profondo e malinconico amore per la sua patria, quando, isolato in quel deserto di verdura, contempla la tomba di Teodorico. Intorno al severo monumento del re ostrogoto aleggiano le ombre di quel secolo eroico, in cui l'epopea greca di Omero sembra confondersi con l'epopea tedesca dei Nibelungi. La mente evoca le imagini di Belisario, di Narsete, di Totila, di Teia, di Teodorico e di Amalasunta, di Cassiodoro, di Procopio, di Boezio, di Giustiniano, di tante altre figure di goti e di greci, che recitarono la loro parte in uno dei più meravigliosi drammi che la storia universale annoveri, nel caos delle nazionalit

Fathma alzò il capo con fierezza e le lanciò una occhiata sprezzante. Quale scopo avevi quando salisti da me? domandò ella. Non ti conosco, sento istintivamente che tutto ho da temere da te, che tu hai degli strani progetti nel tuo capo; vattene che io non ti cerco. Abd-el-Kerim saprò trovarlo da me. Sai chi io sono? disse la greca senza muoversi. Non mi curo di saperlo. Voglio che tu lo sappi.

La greca, la mia rivale, Elenka, balbettò Fathma tremando di rabbia. Mi tradì, mi flagellò, poi mi lasciò sola... Se tu sapessi quanto odio quell'orribile creatura! Elenka!... esclamò Abd-el-Kerim con trasporto furioso. Maledetto il momento in cui non la strozzai! Guai, guai, mostruosa donna se riesco a riafferrarti!

Non parlarmi di questo, Fathma, rispose la greca con disprezzo. Voglio vedere il superbo tuo capo deformato dalla palla della mia carabina. Sta bene, ma ti giuro che fra pochi minuti te ne pentirai. Povera Fathma, disse Elenka ironicamente.