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Nobili parole, degne del suo gran cuore! esclama, tergendosi le lagrime, un meneghino, che il giorno innanzi avea spedita al Gran Proposto la sua cartolina di ostracismo.

O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.

E per tale eccessiva modestia, per tale repugnanza di farsi avanti e di dar gomitate a questo e a quello, Michele La Spina è noto a pochi, e non ha potuto afferrar l'occasione di mostrare al gran pubblico quel che egli vale e quel che può.

Ella che organismo ha? domandò Ernesta ridendo. Un organismo che entra nella gran categoria... voglio essere sincero. Egoista puro e semplice. Egoista , la mia parte, puro e semplice forse no; ho le mie massime virtuose. E ci crede?

Dopo un lungo colloquio col medico, che passò una parte della serata con lei, la signora Bellazio entrò da Marco, pallida ed abbattuta, cogli occhi ancora rossi, ed un gran peso sul cuore. Era una scena desolante. Avere in la certezza che il suo ultimo figlio era sano, che avrebbe potuto vivere, e vederlo spegnersi volontariamente per un pensiero ostinato, vederlo andare incontro alla morte straziante de' suoi poveri fratelli, era una tortura, per quella madre gi

Entrò nell'accampamento a cavallo, accompagnato da un ufficiale e da due soldati che lo presero in braccio quando scese di sella, e s'avanzò a passo grave verso la tenda dell'Ambasciatore, strascicando come un paludamento la sua gran cappa turchina, con la mano sinistra appoggiata sulla sciabola più lunga di lui, e la destra distesa in atto di saluto.

Mi duole; diss'egli; mi duole nel profondo dell'anima. Povero signor Almirante! E morire così, senza vedersi restituite le sue sostanze e il suo grado! Ma che cosa poteva aspettarsi di bene da un re come Ferdinando il Cattolico? Gran colpa ha costui, e il mondo ne dar

Egli, allora, aiutandosi con tutti gli artifizi della mimica, le spiegò il pronome ed il verbo. Per il pronome, veramente, bastava indicare la sua graziosa vicina. Ma il verbo.... il verbo, come sapete, è il gran mistero di tutte le lingue. E i misteri si capiscono a volo, si sentono, si afferrano di schianto con tutte le virtù dell’intelletto, ma non si spiegano per indicazioni, per segni approssimativi. Nondimeno, trattandosi del verbo per eccellenza, e del suo modo indicativo, e del suo tempo presente, e della prima persona, Damiano ci si provò con coraggio. Additando lei parecchie volte, si carezzò il viso, storcendo gli occhi in atto di spasimo; additò lei parecchie altre volte, come per riferire a lei la carezza che aveva regalata a stesso; finalmente si recò le mani al cuore, e dal cuore le stese verso di lei in atto di preghiera, di desiderio, di tutto quello che segue e che per amor di brevit

«Che è questo, Gran Cancellieredomandava la nobile Elena. «Madonna, la terra è presa....» «Presa! e ManfrediCorrado non rispondeva. «Vergine gloriosa! sarebbe egli morto?» «Mortogridarono a un tempo Yole e Manfredino. «Morto non so, Madonna.... e vivo nemmeno.... pure per noi è morto perchè non ci soccorre

Il fatto sta che per il gran desiderio che se n'aveva testé, e non avendone allora niun vero, se ne fingevano degli immaginari. Inferocirono subito i francesi in Benevento, nel Regno occupato senza contrasto. Quindi, fin d'allora, a sollevarsi contr'essi l'opinione universale, le speranze ghibelline.