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Purchè non avvenga oppose Diana che l'ambiente guasto corrompa i migliori. A esser in mezzo a colleghi che trafficano il voto, a giornalisti che vendono la loro opinione al maggior offerente, ad avventurieri che arricchiscono giocando alla borsa, c'è più probabilit

Chiacchieravano tra loro soli, a voce bassa, ridendo, canticchiando, giocando e infilando coccole rosse di pugnitopo, e ghiande verdi e gialle colle quali l'ambiziosetta si faceva collane e orecchini. Menico intanto si godeva quel riposo insperato, e la bimba, tutta gaia, faceva la donnina, attorno al piccolo infermo; o gli stava accoccolata vicino, sul saccone, deliziandosi al molle calduccio.

Perdonami!.... Ti domando; perdono!... Che hai da dirmi?... Lalla tenne ancora il musino, per un momento, ma poi fissò Giacomo, sorrise, gli si avvicinò di nuovo e passando un braccio sotto quello di lui, colla testina bassa, gli disse pianino pianino, giocando con una mano colla catenella dell'orologio del Vharè: Mi confesso, non è vero?... ... ...

Al tennis Edith, diafana e leggiera, volava come una saetta, giocando all'impazzata, ridendo tra i flavi capelli scomposti; ed aveva le guancie rosate diceva Nino come il cuore di una conchiglia. Alla sera Edith si abbandonò in una seggiola a dondolo, ed era pallida e dolce, che pareva una farfalla stanca. Non è vero, Valeria? disse Nino. E Valeria disse: E' vero.

I Della Valle andavano a pranzo dalla mamma quasi ogni giorno e dopo, accompagnati dai d'Eleda, a piedi, avendo i medici consigliato alla duchessa qualche breve passeggiata, ritornavano al villino, dove passavano la sera giocando e facendo un po' di musica. In quelle piccole gite, Lalla dava il braccio a miss Dill.

Avevano sentito rotare un paio di volte il baroccio: ma, siccome stavano giocando animatamente, non s'erano accorti da che banda venisse e per dove si dirigesse. Altro non si poteva aggiungere. Momolo non diede spiegazioni di sorta e proseguì.

E fors'anco il generale si era mutato da quello del giorno innanzi. Ma no, sarebbe stato un miracolo; e Maurizio, con tutta la sua fede, non credeva ai miracoli. Per dargli ragione, quel giorno il signor generale era aggrondato. Stava giocando a picchetto col capitano Dutolet; forse perdeva. All'arrivo di Maurizio si degnò di smettere il giuoco; facile sacrificio per coloro che pèrdono.

Coll'affanno del cuore, che agogna una corona, Carlo da tre giorni percorre l'oceano. Spesso sedendo a mensa, o giocando a scacchi, quando meno se l'aspettano i compagni si alza da tavola, ascende sopra la coperta; aguzza gli occhi da settentrione, ed esclama con voce tra spaventata e gioiosa: «È Italia quella

E messisi a picchiare con garbo, a bisbigliare di semi e di figure, e delle mille scioccherie di cui si parla giocando, fecero che alfine il frate si riscosse. Alzò la testa.... udiva...., e non vedeva nessuno. Si fregò gli occhi col dorso della mano, ma venne a dir niente...: tornò a fregarseli.... buio.

Intanto venne la signora Guerini colla carrozza a prendere i figli, e pregò Maria di andar spesso alla villa, dove quasi tutti i giorni dopo la cinque vi era un po' di gente e i ragazzi si sarebbero divertiti giocando assieme.