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Vincenzo ed Anna, l’avevano riveduto un istante in mente, dianzi, alla voce severa del prete, ma la sua povera figura, allentata in loro ogni fibra paterna, s’era tosto dileguata. E Gian-Paolo seguitava il suo titanico cimento. Nessuno potè dire quanto durò la battaglia.

Finalmente il giorno del Santo Patrono, quando la banda del capoluogo scatenava sul paese la burrasca delle marcie rauche e tonanti, era lui Gian-Paolo, che durante i silenzi teneva in mano la mazza della gran cassa, pronto a cederla al primo cenno del suonatore.

Sei mesi dopo Gian-Paolo aveva una certa aria lustra di cretino ripulito che lo faceva ricercato nel villaggio e nei dintorni come una curiosit

Le tenerezze del padre erano più rare e di più breve durata. Bastava un filo di luce ad impedirle o a soffocarle. Ma la sera qualche volta il pover’uomo spariva furtivamente dalla stalla. Saliva scalzo ed in punta di piedi la scaletta di legno che mette al primo piano, entrava nella stanza maritale dov’era coricato Gian-Paolo, e l

Oh la povera infanzia intirizzita di Gian-Paolo. carezze, rabbuffi, una libert

La nascita di Gian-Paolo gli rimise il diavolo in corpo e la vista della disunione che ne era derivata fra i parenti lo infervorò all’impresa. La scena seguita in chiesa lo persuase essere venuto il tempo di provvedere e lo stesso giorno dopo vespro eccolo incamminarsi verso la casetta di Vincenzo per cominciare la cura.

Fra gli archi del fienile, in mezzo alla fornace era apparsa la figura mostruosa di Gian-Paolo. Allora fu visto uno spettacolo prodigioso.

Gian-Paolo, non amava odiava i parenti, non s’accorgeva della loro indifferenza, non desiderava la loro sollecitudine, il prete dopo prove e riprove, s’era convinto che in essi l’amore paterno era morto afflitto e che non c’era via di poterlo risuscitare. Ma il fanciullo, non era viziato, poverino, e chiss

Ma simili inganni non duravano e rincrudivano cessando gli scoramenti e le amarezze. Al fanciullo avevano posto nome Gian-Paolo, raccogliendo i nomi dei due morti.

Poi vennero cento cognizioni elementari, tutte derivate e coordinate a sensazioni da cercarsi o da sfuggirsi. Gian-Paolo conobbe i pericoli e li sfuggì, chiuse gli usci contro il vento, riparò colla mano la fiammella della lucerna, sterrò il fossatello che cinge l’aia dopo i grossi acquazzoni, portò al sole il vaso dei garofani che Anna amava tenere nella stanza.