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Quella faccetta asciutta, quell'occhio che ammicca, quel labbro che sorride e par che ghigni, quel farsettone chiuso come una cassa forte dopo di aver inghiottito ogni sua ricchezza, quella voce monotona, uguale, stridula, quella disinvoltura provinciale, non vi è dubbio tutto ciò è lui il fante di picche!

sale la mente invan, fuorvia Ragione per l'arduo insidiar dello Infinito: e rammentiam dolenti la magione grata diserta pria che al mago invito s'accendessero i cuori e che 'l paone salutasse all'arrivo, erto in sul lito. Gloriana inganna e fa l'incantamenti sotto ai lauri folti in sulla sera: spiega il Verbo, ma nelli ammonimenti Tu sola ghigni e irridi, Tu, Chimera!

Io vi lascio sul limite, che non varcai finora, Perchè siete il tramonto ed io voglio l'aurora; Perchè se noi, quì in terra, viviamo una giornata, Io d'ineffabil luce la mia vo' illuminata; Perchè, sazio degli uomini, io voglio amar l'Idea; Perchè gli oscuri baci di questa sacra Dea Valgono i mille affetti della gente piccina; Perchè val più il delirio d'un sogno che affascina. Dell'entusiasmo d'obbligo d'un ballo mascherato; Perchè ai dolor dei molti io mi sono temprato, Perchè i ghigni di scherno, la fame e la Censura, (Dalla fronte brevissima) non mi fan più paura; Perchè la solitudine amo più della folla; Perchè abborro i mïasmi d'una carne gi

E, alzandosi, divenuta ormai, per le smanie, i delirii, le sofferenze, quasi simile a uno spettro nella fisonomia, guardandosi tutta in un grande specchio, disse con uno de' suoi ghigni feroci: E, poi, per un istante di oblio... per la violenza di un mascalzone... io non voglio rinunziare al mio bell'avvenire.... Se la vita di costui è d'ostacolo alla mia, può essere annientata....

Perchè, se il travïato empia la chiami, All'impudente voce arriderai? Di lui spregia e compiangi i ghigni infami, incodardir, sotto agli obbrobrii mai: Della Croce magnanimo seguace, Dimostra quanta in abbracciarla hai pace.

Ora, davanti al ridicolo, davanti ai ghigni della moltitudine, davanti alla gazzarra, allo scandalo osceno, davanti al disonore non lo accusavano di compromettere le donne? Filippo era vinto, e piangeva. Lei, con la sua leggerezza incredibile, lo aveva lei con le sue mani spinto in quell'abisso. Ella rimaneva a testa china, le braccia pendenti lungo il corpo. Filippo la vide e le si avvicinò.