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e tu, figliuol, che per lo mortal pondo ancor giu` tornerai, apri la bocca, e non asconder quel ch'io non ascondo>>. Si` come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, in su` vid'io cosi` l'etera addorno farsi e fioccar di vapor triunfanti che fatto avien con noi quivi soggiorno.

e tu, figliuol, che per lo mortal pondo ancor giu` tornerai, apri la bocca, e non asconder quel ch'io non ascondo>>. Si` come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, in su` vid'io cosi` l'etera addorno farsi e fioccar di vapor triunfanti che fatto avien con noi quivi soggiorno.

La venga qui, santa pazienza! la roba è netta. Lasci che le tolga gli stivalini. O care anime, che piedini bagnati gelati. È matta a tenersi queste calze indosso? c'è da pigliarsi una pilorita. O ma', portate qua un paio delle mie calze. Ne ho portate sei paia quando sono venuta sposa e non le ho quasi toccate. E ora si tiri fuori anche il vestito, che lo metteremo al fuoco.

Cavignì andò a trovar le signore alla sera: Montoni aveva altri impegni. S'imbarcarono esse nella gondola per andare alla piazza San Marco, ove il concorso era numeroso. Dopo una breve passeggiata, si misero a sedere alla porta di un casino; e mentre Cavignì faceva portare il caffè e gelati, arrivò il conte Morano.

Non c'era bevere acquavite o rhum, portar doppie calze di lana, camminare e saltare, io li avevo sempre gelati. Un giorno mi lamentavo di questo incomodo con un vecchio garibaldino d'un altro battaglione, un povero diavolo, contadino di origine, che mi aveva reso qualche servigio, ma non mi conosceva più che tanto. Lo vedo spalancar gli occhi e dirmi: "Ma diavolo!

Ella viveva ancora. Si pigliavano per mano: Pietro le parlava sottovoce, come un bambino, pieno di carezze nella intonazione, dicendole che l'amava, che le voleva bene, che l'adorava, che la idolatrava, che era la sua mamma cara, unica, immensa. Ella stava a sentire, come rianimata da quella voce tutto amore, respirava meglio, la mano non bruciava più tanto, la fronte non aveva più quei sudori gelati. Ma quando, in fondo alle parole del figliuolo, ricompariva, inconscia ma fatale, quella interrogazione; quando quel dimmi, vago ma insistente, ritornava sulle labbra del figliuolo, quando la curiosit

E tutti, poichè a quell'ora non c'erano donne in volta, tutti invidiavano lo sposo, non lei. Ma l'essere così vicini e il sostenere tutte quelle occhiate e giaculatorie dei viandanti, non li custodiva mica dal freddo. Certi buffi gelati scendevano tratto tratto dalla collina di Superga, che non erano punto piacevoli, e la bella inglesina incominciava a tremare. Avete freddo? chiesele Ariberti.

Vuole sciampagna? domandò Berto, prendendo una coppa dalle mani d'un servo e passandola a Giselda, che vi bagnò appena le labbra. Datemi due gelati, ordinò qualcuno che stava dietro il Candriani. Aspetta, disse questi al marchese di Spinea, che aveva al braccio la contessina Cafiero, ti lasciamo il posto.

Il primo pensiero di Nicolosina fu di aprir la finestra e di spenzolare allo ingiù la lunga e salda appiccatura di lenzuola che avea preparata la Gilda. Il vento soffiava e i suoi buffi gelati entravano pel vano della finestra, facendo tremolare la fiamma nella lampada sospesa. Ma ella non se ne addiede, che in quello stremo d'angoscia niente più poteva ferirla.

E tosto a circondar gli ampi steccati Finchè l'aurora rimenasse il giorno Manda animoso i capitani armati, E fa fiero sonar le trombe intorno; Non contra i Turchi di timor gelati E privi d'Ottoman, faccia ritorno La spada d'AMEDEO forte paventa, E lor ben poco il riposar consenta.