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Pare che tra Kauffman e Bossi non s'intendessero molto e le operazioni non procedendo, come avrebbero dovuto, Garibaldi richiamò quest'ultimo al quartier generale e diede un tale incarico al colonnello di stato maggiore Lobbia, nominandolo brigadiere e destinandolo al comando della seconda brigata.

E allora comparve Garibaldi. Diciamo: comparve allora, perchè la sua vera e grande popolarit

Rivedendoci, col generale Briganti, ci coperse d'ovazioni e di applausi, con ciera smarrita, come di chi assiste al compimento di un prodigio. Garibaldi distava da noi quattro miglia, e il generale Briganti non sapendo capacitarsi di non incontrare un soldato nostro dopo due miglia: Dov'è dunque il dittatore? dimandò. Non trovasi così vicino come mi faceste supporre!

Fors'esso impaurì delle truppe disciolte. Potrebbe sottrarsene, obbiettò Garibaldi, accelerando la ritirata verso Napoli. Deve senza dubbio scendere a patti, perchè i bravi Calabresi gli avranno nuovamente precluso il passo. Un fiumicello diramato in due o tre rivi impedì a mezza strada l'avanzarsi della carrozza.

Dei quattromila uomini che il generale Urban traeva seco, una parte, l'aveva lasciata in riserva a San Salvatore forte posizione tra Binago e Malnate; un altro battaglione di granatieri lo aveva inviato per Casanuova e Cozzone ad eseguire quel movimento aggirante sulla strada d'Induno che Garibaldi aveva preveduto; e cogli altri duemilacinquecento fanti circa, la cavalleria, e quattro pezzi veniva ad assalire direttamente Varese.

Intanto che Garibaldi era intento a riprendere l'offensiva, ecco il fuoco dei Napoletani rallentarsi, le loro linee concentrarsi, la strada di Terracina nereggiare, e tutto accennare a precipitosa ritirata. In quel punto arrivava Roselli sul luogo dell'azione.

Garibaldi riunì la sua piccola brigata il 4 maggio, dalle 6 alle 8 di sera, in piazza del Popolo; era composta in tutto di duemila duecento uomini, la passò in rivista, ed uscito tacitamente da Porta del Popolo, s'incamminò per Ponte Molle, facendo le viste di marciare a Palo; poi voltò a un tratto per la Prenestina, e dopo una marcia notturna pei Monti Tiburtini faticosissima, ma silenziosa ed ordinata, arrivò all'indomani a Tivoli dove si accampò sulle sponde dell'Aniene, occupando cogli avamposti il ponte Lucano a circa sei chilometri sotto Tivoli.

Anche Vittorio Emanuele ambiva di terminare ogni agitazione colle armi alla mano, ed apparecchiava l’esercito; Garibaldi invocava armi e volontari; tutta la nazione voleva combattere. L’alleanza colla Prussia rese possibile la guerra, che finalmente venne dichiarata con generale contento il 20 giugno del 1866. In quel giorno tanto desiderato scomparvero tutte le dissenzioni, tutte le discordie, tutti i partiti; la nazione e il Parlamento furono unanimi. Il re annunziò che riprendeva la spada per la libert

Così ora, appena sfuggito alle arginature di Garibaldi, il padre Tevere corre quest'altro serio pericolo!

Chi faceva quella visita a quell'ora ed in quel modo, era Gianni Foscarini, un bravo giovinetto, che avea guadagnate le spalline d'ufficiale combattendo a San Martino come un leone, e che in que' giorni aveva mandate al Ministero le proprie dimissioni, perchè voleva esser libero di andare con Garibaldi in Sicilia.