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Allora, inebbriato dal colpo d'ala imperioso de' suoi grandi capelli d'oro che si scatenan come un incendio sui flutti, io nuoto sul fianco a veementi bracciate, e, lacerando col capo in avanti la schiuma che fruscia nel flic-flac delle onde impennacchiato, traggo verso l'ignoto la barca illusoria, teso il braccio, come una gomena, all'indietro.

Passa un farfallone d'acciaio da mezzo chilo a venti centimetri dal mio naso. Visitiamo, palpiamo il ponte che lega il primo guado colla prima isola boschiva e pantanosa. Sotto fruscia, stride incalza e galoppa l'acqua fulgente. I languidi ruscelli pacifici e melodici sono diventati corde metalliche violente per legare, strappare i piedi dei ponti.

E si fa notte la notte lieta dello stabilimento Giorgetti. Il mercante turco attraversa il piazzale con un paggio non maomettano che gli regge religiosamente il narguilè e s'abbatte coll'ambasciatore russo: una signorina francese che fuma la sigaretta getta uno sbuffo che va a sfioccarsi fra le tese di un tricorno da piovano bergamasco: un professore col cappello a tuba cede la destra ad un musseto che trotta colla sua greppia: due dame che combatterono per la toletta, si passano vicino e la gonna della trionfatrice fruscia ironicamente sulla coda della vinta: un giovanotto incendiato ed ardentissimo s'incontra col Pompiere del Fanfulla e, guardate combinazione! una signorina accetta il braccio e il bisbiglio di un signorino. Ma chi ve la dipinge tutta questa folla! Sul piazzale si addoppia la vita alle prime battute di una quadriglia. Il prezioso filo d'acqua del conte Lelio Piovene, l