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Come! come! proruppe Luisa afferrando con ambedue le mani il braccio destro al suocero. Dunque, don Francesco, lo sapete anche voi?

Buona fede!... La duchessa voleva significare certamente ch'egli ne aveva avuto troppo per donna Maria, ed aveva mancato di fiducia verso di lei. Avete ragione, disse don Francesco; non crederò più ad alcuno. Dal biglietto di questo cavaliere comprendo che anche di lui non devo più dubitare un istante.... E voi, aggiunse guardandola con molta emozione, voi siete degna di me!...

Francesco La voce di Teresa Caterina! Caterina Francesco Addio. Caterina Aspettami! Francesco

Francesco Cènci condusse in moglie cotesta femmina appunto perchè gliela dissero tenerissima della religione, e perchè certa volta, avendo ella udito favellare della empiet

Don Francesco, l'attuale duca dell'Isola, non divideva intieramante le idee di suo padre moribondo... Credeva bastasse la distruzione di quella pergamena.... Il povero conte si arrestò ancora... indi: Egli non sa dunque ch'io sia venuto a cercarvi; ed io desidero lo ignori sempre.... Non vorrei che i miei reclami sollevassero contrariet

Però non ricordo questo per maledire ai Piemontesi, chè noi pure contristano colpe inespiate: peccammo tutti; e qui in Toscana giacciono senze onore le ossa di Francesco Ferruccio... eroe popolano di cui la virtù e il nome empiono di sgomento i moderni palleschi. Colpevoli tutti, compassioniamoci, ed emendiamoci.

Nel principio del Sonetto, diretto a Francesco Lomonaco, si compiange la sorte di questo giovine e gi

Lo zio Francesco era morto, lasciando, per bont

Altri sentimenti entusiastici, poetici, radicati fortemente in don Francesco, non avevano voluto cedere per molto il campo ad un'ubbia generosa. Atterriti, per così dire, del momentaneo esilio che in grazia di quell'ubbia avevano dovuto subire, essi si adoperarono tosto nel dimostrare al duca come il mettere in oblio per una donna ogni altra cosa sarebbe stato mancare di dignit

Da poche mani congiurate i fochi Erano stati per le soglie accesi, E poche fur le labbra che dapprima Spargere osaro il grido abbominoso. Ma frenesìa nel popolo s'appiglia, E ratto si moltiplica il pensiero, Esser Tommaso un barbaro oppressore Abborrito dal ciel. Lui benedetto Asseriscon invan con generosa Gara i ministri delle chiese e i sempre Pacificanti Francescani e il colto Stuol di color, che stretti avea la legge Di Domenico santo all'esercizio De' forti studi e della pia parola. Benefiche potenze eran que' frati Sullo spirto de' popoli, e sovente, In tai secoli d'impeti e di sangue, Ma di gagliarda , coi gonfaloni Di Francesco e Domenico a feroci Animi imponean calma e pentimento. Ma spuntano ai viventi ore talvolta Di contagiosa irrefrenabil rabbia, E sotto ore infauste debaccava Del Saluzzese popolo assai parte. Dal di fuori frattanto a que' momenti Ecco irromper l'assalto! ecco le mura Scalate, superate! ecco Tommaso Astretto a ceder le abitate vie, A salir frettoloso all'alta rocca A lui ricovro ed a' suoi cari estremo! Non eccelsa metropoli prostrata Da infinite falangi era Saluzzo, i suoi dolori fur soggetto a carmi Di stupefatte illustri nazïoni, Ma fur sommi dolori! E li divise Quel Iacopo da Fia, che vergò in forti Carte la istoria del tremendo eccidio. Ah, inorridisco in leggerle, e m'ispiro Io tardo trovadore al mesto canto! La fella di Manfredo anima irosa Crucciavan nuovi aneliti a vendetta, Perocchè a' piedi suoi sotto le mura Fracassati da travi e da macigni Dianzi veduto alcuni cari avea, E fra loro un fratello, il più diletto De' prodi e truci due degni fratelli. In ogni vinto armato cittadino, Ed anco negl'inermi e ne' vegliardi, E nelle donne stesse il furibondo Immaginava la nemica destra Ch'orbo l'avea di quel fratello, e tutti Ei sterminati indi li avrìa. Frenava Il proprio acciar, ma non frenava quelli Della brïaca moltitudin varia Ivi con esso a imperversar prorotta. Rifugge l'estro mio dalla pittura Degl'inauditi singolari strazi Che segnal