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Così si riaccese la disputa sul marciapiede, con l'intervento giuridico dei signori ferrovieri e dei signori viaggiatori. La questione giuridica sui finestrini aperti o chiusi fu dibattuta con quell'entusiasmo del tutto italico per le questioni bizantine. «Esiste un articolo del regolamento...!» «Non esiste niente, invece! Chi è immediatamente vicino al finestrino, è padrone del medesimo». «, ma i finestrini laterali sono piombati. Esiste solo il finestrino di mezzo. Quello di mezzo è collettivo!» «Ma nel caso specifico erano due soli nello scompartimento e perciò non si poteva invocare l'appello alla collettivit

Il treno correva, correva nella notte profonda; tutta la vettura oscillava, scricchiolava, tremava. Alla fioca luce che pioveva dall'alto, Varedo vedeva i suoi compagni dormire, diversamente atteggiati: Orsara, rannicchiato in un angolo, coi pugni serrati sotto il mento; Cataldo con la cravatta sciolta, le braccia ciondoloni, la testa dondolante, la bocca aperta; Francioni rigido come una sbarra, con le lunghe gambe distese fin sotto il sedile dirimpetto. Nei cristalli dei finestrini, chiusi, nonostante il caldo, per paura della malaria, si riflettevano con linee indecise le immagini del di dentro: la lampada, le pareti, i divani, le valigie nella reticella, le persone dormienti... e, insieme col resto, una faccia pallida, ansiosa.... Di tratto in tratto, con la rapidit

Lo sportello si chiuse sbatacchiando. L'impeto del treno che s'avviava le gettò l'una addosso all'altra. Lo scompartimento era quasi deserto. Due fattori fumavano sul sedile opposto, e subito si misero a parlare di derrate, d'olio, di vino, a voce alta. La pioggia sferzava i vetri dei finestrini. Arriviamo... le mormorò Marta, a un tratto.

Singulto tuonante che respinge le nubi con urti bruschi, in uno sforzo continuo di soffiare, per respirar meglio, tra i grossi materassi del caldo che crollano giù in valanga!... Il treno rallenta cauto, sprizzando dai finestrini 10000 teste che urlano....

Cataldo tirò giù dalla reticella le valigie sue e quelle del compagno, infilò un leggero soprabito e aperse i finestrini. Auff, si respira... Un lungo fischio echeggiò nell'aria. Orsara, ancora sonnolento, si scosse tutto come un cane bagnato. Ci siamo. Varedo scattò in piedi. Aspettate qualcheduno qui? domandò Cataldo. Un dispaccio aspetto, o qui, o alla Spezia.

Per fortuna s'erano imbattuti nel servo Geronimo, che li aveva condotti in una via fuori mano e mezzo campestre, dove sorgeva una casa di povera apparenza, quasi una masseria di campagna, con un gran portone pei carri, un pianterreno cieco, un piano superiore di poche finestre non grandi, tutte in fila, e un secondo, che prendeva luce più scarsa da quattro o cinque finestrini sotto i rozzi modiglioni del tetto.

È proprio incorreggibile, disse mostrando al professore i disegni del fratello. Era una carta che rappresentava un treno dal quale scendevano dei tipi veramente buffi d'inglesi impalati, di forestieri camuffati con mantelli ridicoli; c'erano teste che guardavano fuori dai finestrini coi capelli irti e le facce spaventate, oppure con dei berretti dalle fogge più strane.